come le nuvole

Post N° 237


In tutte le epoche, avere figli, ha sempre significato sacrificio, almeno fin che non viene il giorno in cui, col colapasta e il grembiule, si apre un periodo nuovo: cioè l'età scolare. (Alessandro Begonzoni) Qualche post fà, la simpatica Marion, rifletteva argutamente sulla piacevolezza di dover seguire le attività sportive dei figli, rilevando come le sembrava migliore, la condizione riservata alle mamme delle figlie femmine...Ambienti raffinati , dove nessuno urla, location decisamente più fashion, rispetto a quelle frequentate da lei, madre integerrima di ben tre rane di sesso maschile, costretta ad  andare per palestre, pregne di virile sudore, e salire spalti affollati di maschia tifoseria calcistica.                                      
Dopo aver sorriso, compartecipe per il solo fatto di essere madre, sono andata, con i ricordi, alle “mie” di esperienze, quelle di madre di due dober...ehm, di due figlie femmine.
Il quadro che è riemerso, dalle tenebre dell'oblio, è stato il seguente: Tutto ebbe inizio, a 4 o 5 anni, con la ginnastica artistica.Essa, è notorio, dona elasticità ai muscoli e grazia ai movimenti. Comporta l'acquisto di una deliziosa tutina dai colori pastello, di idonee scarpette morbide, calzamaglia tono su tono, scaldamuscoli, oltre, naturalmente, alla tuta da ginnastica perché la bimba possa recarsi in palestra con un aspetto professionale, seppur in formato mignon….(il prezzo però, del formato ridotto, non ne risente).Durata: 5 mesi.                                                                                           
Seguì la pallacanestro. Che regala slancio e favorisce un sano spirito competitivo. Comporta l'acquisto di scarpe da ginnastica e del pallone, indispensabile per gli allenamenti a casa (?).Appena, tuttavia, si realizzò che la bimba, quando vedeva arrivare, agguerriti e truci compagni, intenzionati a sottrarle la palla, scappava dall’altra parte del campo, abbandonano tutto, si intuì che “non era cosa”.Durata: 2 mesi scarsi. 
Pattinaggio. L'eleganza nei movimenti e il tono muscolare sono i suoi doni, per uno sviluppo corporeo perfetto. Si procedette quindi all’acquisto di pattini omologati, si pagò la quota di iscrizione e la prudenziale assicurazione. Durata: tre mesi.                                                                               
Danza classica. Un must per le bambine. Grazia, portamento, allungo muscolare e fascino alla Audrey Hepburn sono garantite. Il costo è notevole, tra Scuola di danza, tutù, calzamaglia, scarpette a punta, bolerino in tinta e scaldamuscoli. Se poi si arriva al Saggio finale, comprensivo di affitto di Teatro Massimo, riprese cinematografiche degne di Spielberg, mise di tulle che non c’è l’ha, uguale, nemmeno la Fracci, il costo si avvicinerà paurosamente a quello per la cerimonia di nozze di vostra figlia, con l’aggravio che, in assenza della famiglia dello sposo, le spese saranno tutte a vostro carico.Durata: non siamo arrivate al saggio finale (pfiuu!).                                         
Chitarra. Saperla suonare contribuisce alla socializzazione del pargolo, è, inoltre, imperitura fonte di consolazione nei momenti tristi della vita e quasi tutti i musicisti sono partiti da lei per la loro carriera artistica. Costi: naturalmente quello della chitarra,( non troppo scarsa che se la ritrova per la vita), il plettro, i testi, il regalo per l’ amica che si era offerta di venire a dare lezioni e che  (deo gratias) era provvista del costosissimo accordatore elettronico. Risultato: sà strimpellare, senza pietà alcuna per l’autore e l’eventuale pubblico,  “C’era una volta una gatta” e “Sapore di sale” .    La passione musicale si esaurì nel giro di quattro mesi…. scarsi!                                                                                 
Non vi voglio tediare, per cui sottacerò della palla a volo, del tennis e delle cifre iperboliche pagate per “convenientissime” iscrizioni annuali alla palestra ( poi frequentata per pochi mesi, con rigorosa terapia a scalare di tre volte alla settimana, poi due, poi una, poi il silenzio della disintossicazione). Eclettismo, dunque, è stata la parola d’ordine che ha caratterizzato la crescita dei miei due “gioielli(termine quanto mai appropriato, perché, un “trilogy”, ci sarebbe venuto di sicuro).                 
Comunque, forte dell’esperienza maturata, ho resistito, senza tentennamenti e sensi di colpa, alle dichiarazioni, gettate lì , con finta nonchalance, dalle due, quali  “Oh, quanto mi piacerebbe saper suonare il pianoforte….” e, peggio,  “Ma che bello sarebbe andare a cavallo….”.  Cara Marion, almeno “i maschi”, pur monomaniaci attorno al gioco del calcio, nutrono una passione che dura tutta la vita….e, poi, quanto mai potranno costare delle scarpine chiodate e un pallone di cuoio !?!