come le nuvole

Post N° 262


 “Il futuro non è più quello di una volta!” (Mark Strand) Di fronte alle montagne di spazzatura, agli strani ed inquietanti fumi verde rame che escono, là dove essa è stata seppellita, di fronte a statistiche che sfornano dati orripilanti sull' incremento dei tumori, delle allergie e delle malattie respiratorie, dilaniata dalla notizia che in Sicilia costruiranno addirittura tre termovalorizzatori (che idea suggestiva, “valorizzare” la munnizza), consapevole (perchè è anche il mio) del malcontento diffuso, di vivere in questa società “dei consumi”che ci consuma, mi sorge spontanea la domanda: Ma è, tutto ciò, ancora definibile col termine “progresso”? Ed è questo, comunque, il tanto atteso sole dell'avvenire?                                     
Quando ero giovane (dunque, circa un quarto d'ora fà), la mia idea di cosa aspettarmi dal futuro, era un tantino diversa ... Nel mondo, da me immaginato, le case erano “intelligenti”, tanto quanto gli elettrodomestici che si trovavano al suo interno, e bastava il lieve tocco delle dita o degli ordini vocali, perchè il pollo arrosto fosse pronto per le 20,00 in punto e, le luci, si accendessero al calar delle tenebre.                                                      
I mezzi di trasporto erano silenziosi, non inquinanti e richiedevano solo l'impostazione della rotta, chè poi, potevi dedicarti alla lettura o all'ascolto della musica. Le cure mediche erano modulate tenendo conto della tua sensibilità personale, non invasive ed assolutamente indolori.Non era più necessario dedicare troppo ore al lavoro, perchè le macchine lo facevano al posto tuo, per cui ci si poteva dedicare alla ricerca scientifica, alle arti, alla filosofia e godere di quell' “otium” latino, che non era “solo” stare con le mani in mano.      
Ahimè, il mondo che ho davanti, quello che stiamo preparando per i nostri giovani, non sembra avere punti di congiunzione con queste rosee aspettative. La ricerca scientifica su cui tanto si sperava, non viene incoraggiata ne promossa, le ore di lavoro tendono ad aumentare, mentre orde di disoccupati, chiedono la dignità di una occupazione. “Vecchi”virus , debellati nei mondi avanzati, si ripresentano, utilizzando come cavallo di Troia, coloro che abbiamo lasciato ai margini ed anzi, nuovi “orrori virali”, periodicamente bussano alle nostre porte.                                   
Sembra, insomma, prendere piede il secondo dei due maggiori filoni, presenti nei libri di fantascienza di cui ero divoratrice, quello apocalittico e desolato, quello terrificante, in cui l' uomo è “hominem lupus ” e la natura è matrigna...Bello prio!!!