come le nuvole

Post N° 309


“Chi ti dà una serpe quando chiedi un pesce, può darsi abbia solo serpi da dare. La sua è dunque generosità!”                                                       (Kahil  Gibran)Sottotitolo : Il Calderone (definibile pure, con termine teodem, Provvidenza)  Dei miei studi di antropologia mi è rimasta dentro la eco di una teoria (credo fosse di Levi Strass), che banalizzerò (come mi è consueto), chiamandola “del Calderone”.Essa parte dallo studio di alcuni popoli primitivi e dall’osservazione della loro usanza di mettere, in un calderone comune, quello che, ciascuno di loro, ha o può.    Da questo calderone comune, al bisogno, ognuno prende per quel che gli serve.                                                                          
Nel calderone si mettono, dunque, “cose”, senza curarsi di appurare se finiranno nelle mani di amici o parenti e ugualmente, anche di ciò che si preleva, è ignota l’origine, l’identità del donatore.  Applicata a quel ristretto campo che è il mio personale concetto di “dono” , questa teoria mi ha portato a vivere, con notevole relax e nonchalance, i miei episodici gesti di generosità, cortesia ed altruismo. 
L’immagine mentale che esista un Calderone universale, infatti, elimina la meschinità del doversi sempre aspettare “subito”qualcosa indietro (il do ut des) e diminuisce, anche, l’attenzione sui presunti (o reali) “sgarbi” che percepiremmo qualora, a nostro parere, non vi sia stato pronto contraccambio e, soprattutto, di equivalente valore, rispetto a quanto elargito ad un nostro beneficato.                                                 
Insomma mi comporto come ritengo giusto, “a prescindere”, come direbbe il grande De Curtis, perché ho nel cuore la consapevolezza che, quando ne avrò bisogno, potrò attingere anche io dal Grande Calderone e mi giungerà aiuto, non necessariamente da coloro che ho precedentemente beneficato.     Anzi, il più delle volte, inaspettatamente, sarò gratificata dalla cortesia di illustri sconosciuti o mi aggrapperò al salvagente che, un “prossimo” inaspettato, mi avrà lanciato.    Questa fede, mi pone in una condizione di maggiore apertura verso il destino, consentendomi di prendere atto di quanto di buono c’è negli esseri umani, anche se non è quasi mai riportato nelle cronache dei quotidiani.                                                            
Adesso, serena, nella tranquilla convinzione di essere stata esaustiva quanto un libro chiuso (ma dalla copertina in pelle, con eleganti fregi in oro), vado a rimestare nel Calderone che, sennò, mi si attacca tutto….                                                     
P.S.: Vorrei precisare che, dal concetto di bontà insita nell’essere umano, sono da intendersi esclusi un centinaio di nomi, quasi tutti di illustri rappresentanti del popolo italiano .