come le nuvole

Post N° 317


   “Se si sbaglia ad allacciare il primo bottone della camicia, si sbaglieranno di conseguenza tutti gli altri. Gli altri però, non saranno errori, ma sola la conseguenza del primo bottone sbagliato” (Fabio Volo)  Riflettendo su alcuni commenti al post precedente, rilevavo come la condizione di primogenito sia veramente peculiare.Io sono, per l’appunto, una primogenita, cui nessuno ha offerto un piatto freddo di lenticchie, perchè credo che avrei barattato questo “privilegio”, veramente per poco.                                                                           
Nascere per primi, a mio parere, ha il solo ed unico vantaggio di farti godere ( e per pochi anni, a volte, appena uno), del godimento esclusivo delle attenzioni materne. Tuttavia tale “onore” verrà, successivamente ed abbondantemente pagato, con l'invidia sorda e dolorosa che si proverà verso lo spodestatore, quell'insulso pargoletto che, da un giorno all'altro, ti priverà del ruolo di figlio unico.  Sò di raffinate tecniche per l' eliminazione dell'intruso, come quella di porre il piccolo sull'orlo del letto, per poi aspettare pazienti che, un suo accidentale movimento (e senza colpa alcuna dell'amorevole fratello), lo faccia fracassare al suolo...Ho sentito parlare di cuscini, lasciati distrattamente cadere sul naso e sulla bocca del neonato...                                           
E ho personalmente assistito, guardando esterrefatta dalla finestra che dà sul pianerottolo, alla scena di un fratello maggiore (circa sette anni) che assestava, soddisfatto, calci e pugni alla sorella urlante (circa quattro anni), avendo cura, nel contempo, di rassicurare la madre lontana, gridando forte, ma con voce pacata: “No, Diana, non insistere. Non puoi salire da sola nell'ascensore, la mamma non vuole”.…e giù botte.... 
Successivamente, durante l'infanzia, il primogenito è, e sarà sempre,  “il maggiore”.  Qualunque sia la sua età anagrafica, gli toccherà sorvegliare e prendersi cura, essere responsabile e prudente, saggio e previdente...I  genitori si aspetteranno che si allacci le scarpe da solo, che mangi autonomamente, che sia educato, che non faccia storie e capricci, perchè “deve dare l'esempio” e, mentre i suoi coetanei  od anche i bimbi più grandi di lui che, in altre famiglie, hanno avuto la ventura di nascere per secondi o terzi, verranno giustificati nelle loro imperizie, con la frase “ma, lui è piccolo!”, lui sarà, inspiegabilmente, sempre definito “ mio figlio, il grande”.                                              
Adolescente, gli toccherà fare da apripista ed allentare, a suon di feroci lotte, discussioni e battaglie epocali, i rigidi freni genitoriali in modo tale che, quello che a lui sarà costato sangue e sudore, sia dato per scontato da chi viene dopo, nella linea di successione….E, ancora ancora ci fosse un regno, un podere, quattro pecore ed un maiale o una confezione di fazzoletti con le cifre ricamate, da ereditare, sarebbe almeno di qualche consolazione ma, con l’avvento delle moderne democrazie, manco un bollilatte usato, sarà tuo per privilegio di nascita….                                                                     
Studi scientifici dicono che siamo più intelligenti....E ci credo! Se non si diventa intelligenti dopo aver consentito, ad imbranati genitori in prova, di testare le loro capacità, utilizzandoti come cavia umana.….. Quello che più mi è rimasto impresso, nella mia esperienza di primogenita, circa la “differenza” tra primi e secondi nati, è come l'imprinting facesse sì che : se i miei genitori dicevano “no, non si esce!” io me ne restavo ferma lì,  a discutermela fino allo sfinimento, citando Nelson Mandela e Martin Luther King, i diritti civili ed Amnesty International, la legislazione ONU sull'infanzia e la Dichiarazione d'Indipendenza degli States, ma non mi muovevo se non riuscivo, prima, a strappare un “sì ”.   Mia sorella, quando le dicevano “no, non puoi uscire”,  girava le spalle e sbatteva la porta uscendo.... Mitica !