“Per molti libertà è scegliere le altrui schiavitù” Ora, che sia il mestiere più vecchio del mondo, è fuori discussione. Che senza domanda non ci sarebbe l’offerta, è legge economica incontrovertibile. Che il sesso non debba essere demonizzato, né valutato con criteri moralistici, è scontato.Che una donna del suo corpo possa farci quello che meglio crede, foss’anche trasformarlo in una notevolissima fonte di reddito, rientra nel concetto di libertà e di autodeterminazione. Eppure, leggere del manager, sposato con figli, che intervistato su Repubblica rivendica tranquillo il suo diritto (divino? di ricco occidentale? di uomo?) a “…comprarsi una donna” quando e come gli và….Apprendere, usufruendo della sua vasta competenza, che le cinesi si danno via per poco o che ci sono posti e luoghi dove può trovare ragazze rumene giovani o africane belle….Ascoltarlo mentre ne descrive le prestazioni senza mai porsi domande su chi siano, cosa provino, che storie abbiano alle spalle, come se fossero macchine, automi, oggetti inanimati e non senzienti…Quando è chiaro che si ritiene personalmente non colpevole e si assolve con formula piena qualora qualcuna di loro (poche, molte, mah!) fosse sul marciapiede perché costretta, picchiata e stuprata…Ecco, qualche cosa l’hanno smosso dentro il mio cuore romantico e privo di senso pratico. Mi sono chiesta: Si può usare un verbo da Ikea quale è “comprare” riferendolo ad un essere umano?Credo che sia questa la domanda..La cosa che non riesco ad accettare.