come le nuvole

Post N° 392


  “Amo la gente, e amo che la gente mi ami, ma lascio il mio cuore dove Dio lo ha messo: all’interno di me stesso” (Francis Scott Fitzgerald) Nel corso del tempo, mentre crescevo in sapienza, bellezza e bontà, sono giunta a talune conclusioni concernenti aspetti assolutamente marginali della vita (anche perché del Nasdaq e del Nikkei non ne so assolutamente nulla).Una delle conclusioni raggiunte, concerne il tema dell'amicizia, o dell'amore, o del rispetto, insomma di tutto ciò che ha a che fare col “sentimento” quando questo gioca un ruolo all'interno delle relazioni umane.Al riguardo mi sono convinta che, chiedere, a qualsivoglia individuo, di provare per noi simpatia, solidarietà, amore, rispetto, amicizia, ecc. sia cosa assolutamente inutile, dispendiosa, frustrante, deprimente e sostanzialmente priva di risultati apprezzabili.Poche cose al mondo sono, a mio parere, così “spontanee” e poco soggette a leggi e a regolamenti come ciò che proviamo dentro il nostro cuore. In questo campo non si può obbligare, nè comprare, nè imporre, nè contrattare.A nulla dunque vale lamentarsi, recriminare, piangere o pietire.  A nulla rimproverare o costringere,  né è di utilità alcuna domandare perchè.Nella migliore delle ipotesi potremo ottenere abbondanti dosi di ipocrisia, finzione, melassa e presa per i fondelli.  Nella peggiore schiaffi morali che bruciano più di quelli veri.Quasi mai, dunque, chiedo come mai non mi si ami più o non sia stata mai amata, perchè non è sorta spontanea e forte una splendida amicizia, o questa non sia più quella di un tempo.                      
Tuttavia, essendo un animale maledettamente curioso, e nonostante le succitate sagge riflessioni, spesso non riesco a fare a meno di domandarmi la ragione della mancanza di attrazione nei miei irresistibili confronti. Ed è stato così che, sulla mia pelle, ho imparato che, quando mi faccio trascinare dalla carne debole e domando l'indomandabile, quello che ottengo sono chilate di melensaggini e tonnellate di dinieghi del tipo: “Ma quando mai? E' tutto come prima!” O  pietose mistificazioni del genere: “Ma no! Che vai a pensare” ;     “No, è che per ora ho da fare. Stò male. Mi è morto il gatto.” E via cincischiando. Poi, la situazione, và da sè, non muta di una virgola ed il rapporto si dissolve tale e quale che nel caso non avessi posto domanda alcuna.   D’altronde non è forse vero anche il contrario?  Chi di noi ha sentito sgorgare improvviso un irresistibile feeling, allorquando qualcuno, che detestiamo, ci ha chiesto a bruciapelo “Scusa, ma perché non ti sono simpatico/a?”                                 
E' per questo che, non essendo ancora soggetta a deflagranti scissioni di personalità (ne posseggo al massimo una decina), applico questi miei convincimenti anche al mondo blog e se pertanto qualcuno sparisce dall'orizzonte del mio monitor, o si rifiuta ostinatamente di entrarvi, se non risponde ai miei commenti lasciandomi nell'incertezza, a chiedermi se sono stata inopportuna o solo ritenuta idiota, dopo un doveroso e affettivo tampinamento, dopo qualche ulteriore tentativo, tanto per vedere se sono io che sono entrata in paranoia o realmente non c'è trippa per gatti, solitamente prendo atto e mi ritiro, rispettosamente, in buon ordine. Peraltro ho una soglia del dolore vergognosamente bassa.