come le nuvole

Luglio


"Said times, bad times..."  (Miriam Makeba)                                          Basta con i post pessimisti e negativi. Voglio cessare con queste analisi della realtà, soggettive ed auto flagellatorie. Desidero immergermi in un mondo onirico, fatto di sole, ottimismo, mare caldo e blu su cui i gabbiani planano o volano radenti tra spruzzi bianchi, emettendo suoni gutturali che sanno di banchine assolate e di pescherecci che, all’alba, vi approdano carichi.                                                     
Voglio scrivere un post luminoso, di quelli che se vi fermate a leggerlo uscendo gocciolanti dalla doccia e diretti verso l’asciugamano steso al sole, vi faccia sorridere interiormente. 
Un post allegro come una fetta di anguria ghiacciata, sorprendente tale e quale ad un pezzetto di pesca capitatovi sotto i denti all’improvviso bevendo sangria, stuzzicante come una dorata pannocchia calda comprata dall’ambulante in spiaggia, e sgranocchiata in un momento di fame atavica ed infantile.                              
Ad esempio potrei raccontarvi di come stamani, mentre immobile sotto al sole ero intenta a spiare l’opera misteriosa della melanina sulla mia epidermide, mi sia balzato alla mente un interessante quesito.                                                         
 Potrei descrivervi come, senza remore ne falsi pudori, mi sia interrogata, e potrei spingermi fino alla fase clou della narrazione dove scoprireste che, sebbene desiderosa di collaborare e fornire esaurienti risposte, io sia rimasta desolatamente muta di fronte a me stessa. La domanda era la seguente: perché mai sono rimasta così affascinata dall'assemblamento di parole, lette oggi per caso su di un quotidiano?“La morte risolve ogni cosa. Niente uomini, niente problemi!”. Sì. Stò proprio svoltando, vero?