“A tavola perdonerei chiunque. Anche i miei parenti!” (Oscar Wilde)
I giorni del Natale, per quel che mi riguarda, si caratterizzano per la frenesia.
C’è un traffico convulso nella mia mente e per le strade perchè Babbo Natale ignora lo spread e le renne nulla sanno, e nulla vogliono sapere, del Nasdaq e della Borsa di Kyoto.
Sono quindi, volente o nolente, sui blocchi di partenza per i prossimi venturi cenoni e pranzi, abbracci e rimpatriate.
I menù sono stati decisi, i regali incartati e le soporifere tombole scalpitano assieme ai fagioli segna numeri.
In questo clima ieri qualcuno ha ricordato un antico detto siciliano che sentenzia come “i parenti da muggheri sunnu duci comu o meli, i parenti du maritu sunnu airi comu l’acitu”.
(essendo il mio cuore pervaso da bontà e misericordia tradurrò: i parenti della moglie sono dolci come il miele, i parenti del marito sono agri come l’aceto).
Bello vero? E voi che ne pensate?
Personalmente, aldilà delle più variegate situazioni personali di ognuno di noi, il detto mi pare rispondere a verità.
Non sono forse le donne che tengono i legami sociali, che cucinano, organizzano, pensano, ricordano date e anniversari?
E non è forse vero che una figlia dice alla madre tutto ciò che non le và e poi chiude l’incidente mentre i maschi non criticano mai le loro mammine?
E non è ancora vero che una suocera e una nuora debbono avere maggiori ed indubbie capacità relazionali per andare d’accordo, mentre è più semplice gestire un genero?
Per non dire che le mamme delle femmine sono davvero più accoglienti e generose, disponibili e accomodanti.
Raramente le suocere dimostrano uguale spirito caritatevole e l’ anedottica da me raccolta in decenni di sfoghi sia di amiche che di parenti femmine, riporta innumerevoli e deplorevoli incidenti di percorso.
Da ricette di cucina mai socializzate, a mobili antichi e in disuso negati, da insensibilità verso i gusti della nuora, a critiche più o meno larvate sul suo modo di gestire la casa e i figli.
Spesso ho sentito di suocere che preparano pietanze ad hoc per il genero dai gusti difficili, spesso le suocere tacciono a fronte di palesi provocazioni dei generi, spesso danno loro dimostrazione di autentico affetto materno, ma raramente ho ascoltato di uguali moti dell’animo da parte di suocere verso le nuore.
Ed anzi, quando si ha la ventura di sposare qualcuno che ha sorelle, ecco che la suocera, con modi cortesi ma fermi, trova modo e maniera per sottolineare come le figlie e le nuore siano generi decisamente diversi e che insomma “di mamma c’è né una sola e che ognuno si tenga la propria”.
Le cose certo sono in perenne cambiamento e sono certa che le mie coetanee, generatrici di portatori sani di cromosoma XY, sapranno gestirsi meglio delle loro ave “suocere”.
ch'è dooolcee!
Io, naturalmente, sarò perfetta.
Basta che non mi capitino generi rompicoglioni, noiosi, conformisti, petulanti, nevrotici, maleducati e spilorci, e sarò una delle migliori suocere che si possano immaginare.
Buon Natale a tutti voi e un augurio speciale alle vostre gentili mamme…da qualsiasi parte derivi questa loro maternità.