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non mi riconosco più


Io, che compro sempre giacche e scarpe calde per tutti, sono qui a battere i denti, per tacer dei piedi.Siamo a Montesilvano, in quel di Pescara. Piove, fa freddo e me ne sto avvolta in una giacca cortesemente prestata dal consorte.Ai piedi inutili sandaletti e in valigia ancor più inutili scarpe frou frou. Rosse, molto carine, purtroppo traforate, per lasciar passare meglio la pioggia.Il fatto è ancora più grave se si considera che ero convinta che Montesilvano fosse fra le montagne abruzzesi! Ignorantella sono, mi boccerei da sola in geografia.Ho solo l'attenuante di aver fatto la valigia all'ultimo momento, anche se da tempo aspettavo questo viaggio.  Avessi almeno guardato il meteo e Google maps!Mi consola però aver rivisto tanti amici che non vedevo da anni, una piacevole rimpatriata. E tanti, tantissimi giovani, centinaia di volti sorridenti, compreso il nostro piccolo.Il passar del tempo si nota anche da un piccolo fatto: una volta i nostri figli erano conosciuti come i figli del padre, ora tanti ci riconoscono come di genitori dei nostri figli.'Ma tu sei il padre di J1?  Assomigli tanto a J3, sei per caso suo padre?  Salutami J2'E io, penso quasi di non aver mai avuto una mia propria identità. Insomma, prima ero la moglie di, ora sono la madre di.Ma non mi lamento; anzi, sono contenta. Abbiamo passato la mattinata con Carolina e Vincenzo, ricordando i bei tempi. Mio marito ha incontrato un vecchio compagno di università, sembravano tornati ragazzini entrambi.Mi manca un po' Laki, lasciato a casa col maggiore: si sarebbe divertito a correre sulla spiaggia.