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my marriage enrichment month


Prendo spunto dai commenti sul post del 1 aprile per spiegare un po’ come intendo io il matrimonio.Premessa fondamentale: Per nessun motivo,
 per i figli, per convenienza economica, per la facciata, riuscirei a stare con un uomo che non stimassi o non amassi più.  Svegliarmi accanto a lui, affrontare la giornata, la vita senza unità d’intenti ….. sarebbe come spegnersi e morire  a poco a poco.Per fortuna in Italia c’è il divorzio  (Pannella  ha la mia sempiterna gratitudine per il  sostegno dato alla legge Fortuna-Baslini).Nel tempo abbiamo superato sfide e prove che ci hanno uniti, ‘mattoncini’ li chiama walk, con una definizione che mi piace moltissimo. Mattoncini che ci hanno aiutato a creare la nostra dimensione, uno spazio tutto nostro in cui possiamo essere pienamente noi stessi, sapendoci accettati e amati, in cui possiamo mostrare la nostra fragilità senza timore, contando sulla comprensione e sul sostegno dell’altro.Non credo ci sia una regola o un segreto. Se, però, ripenso agli anni trascorsi e analizzo me stessa e il mio comportamento, vedo che lui è stato sempre al primo posto. Non perché io mi annullassi in lui, ma lo era nei miei pensieri; quindi, nel mio parlare, nel mio agire, nel mio pensare; era come se lui fosse accanto a me. Di conseguenza, mi veniva naturale evitare parole, pensieri, azioni che potessero ferirlo, offenderlo, farlo in qualche modo soffrire (conoscendolo bene, saprei dove colpirlo meglio).E ho la ferma convinzione di aver sempre ricevuto altrettanto amore, e rispetto, in cambio.  Nella nostra imperfezione, abbiamo cercato di darci l’un l’altro il meglio di noi stessi.Sin da quando ci siamo conosciuti e innamorati, abbiamo fatta nostra questa raccomandazione:Prima del matrimonio, usa al  90% la ragione e al 10% il cuore. Dopo il matrimonio, usa il cuore al  90% e la ragione al  10%.Ci sono state delle volte in cui mi son detta STOP, 
ricordati di questo. E restando nelle percentuali, tanto care al mio piccolo, in una società al 50% come si può intendere il matrimonio, ognuno di noi ha cercato di dare il 70 - 80  per cento per fare la sua parte. In questo modo si sono coperte le zone grige dei giorni no, quando uno di noi era in un momento difficile.C’è chi dice che il matrimonio è la tomba dell’amore. Non c’è banalità più falsa. Per me, anzi, ne è la culla. 
Ho trovato lo spazio, l’incoraggiamento, lo stimolo, la fiducia per amare di più me stessa, per cimentarmi in imprese nuove, per amare meglio lui.Perché non provi?  La sua classica domanda/sfida quando un’idea nuova mi passa per la testa.E con pazienza demolisce ogni mia scusa per non lanciarmi nell’impresa nuova, per chiudermi nella mia comfort-zone.Passato il primo entusiasmo in cui ogni ostacolo mi sembra facilmente superabile, per me spesso subentra la fase in cui vedo tutte le possibili, nonché immaginarie, difficoltà e mi sento sovraffatta. E’ allora che il suo sostegno attivo entra in gioco, fino a prendermi metaforicamente a calci  
per buttarmi fuori di casa e fuori dai miei timori di fallimento. E se non ce la faccio, so che l’amore suo per me non diminuisce, ma inizia la bellissima fase della consolazione  (ehehhehe, è così bella che a volte varrebbe la pena di non farcela in qualcosa solo per ricevere tutto quel surplus di coccole e amore).
 Penso che ciascuno debba trovare il suo modo per far funzionare questa strana  alleanza  che è il matrimonio. (musica)Per noi ha funzionato questo.