Un anno dopo

Post N° 31


Il pregiudizio UniversaleIl monsignore Giuseppe Anfossi, presidente della commissione Famiglia Cei, relativamente alla legalizzazione delle coppie di fatto dichiara: il pericolo maggiore è che si faccia cadere un’asse portante della nostra cultura cristiana ossia il matrimonio. I vescovi vogliono che il matrimonio conservi una carica ideale, anche un po' romantica, in difesa dei semplici. Una difesa da pressioni ideologiche, da lobby vere e proprie, a cominciare da quella che è legata al mondo dell'omosessualità. Il nostro modo di intervenire difende una parte di popolazione da ingerenze che sono altrettanto violente e non democratiche. Nessuna pressione indebita sui legislatori. Semmai una risposta tecnica e pastorale al quesito se un legislatore cristiano può votare i Dico.Bisogna difendere il matrimonio dagli attacchi delle lobby?Gli omosessuali sarebbero una lobby? E poi chi sarebbero questi “semplici”?E meno male che non c’è nessuna ingerenza!!!La mia risposta a questo assurdo farneticare è che il legislatore (possibilmente incensurato) sia prima di tutto chiamato a difendere i diritti dei cittadini semplici e complessi che siano; penso che governare un paese sia cosa di responsabilità e per adempiere a tale compito il legislatore debba impiegare tutte le competenze di cui dispone. La fede cristiana non è una competenza! e in nessun modo dovrebbe condizionare le leggi di uno Stato che si professi laico. Dimostriamo invece continuamente di non essere affatto laici nelle posizioni e temo neanche nelle scelte se lasciamo che la “lobby” dei cattolici pretenda di dare risposte pastorali a quesiti sociali.Mi domando solo come mai la Chiesa faccia simili pressioni sulla questione dei DICO e non ritenga però opportuno intervenire su altre posizioni dello stato come le “missioni di pace” in Iraq e in Afghanistan, ma forse la guerra non è argomento pastorale!