IL CASELLANTE

FRANCOBOLLI


Nell’ufficio postale in via Darsena, mi precedono due  vecchie e un marocchino. Dietro la fila è lunga e irrequieta.  Confabulazioni nervose e borbottii. Colpi di tosse. La gente ha di meglio da fare.  La farmacia che chiude, il  pranzo che si raffredda, gli appuntamenti che incombono.  Le agende sono fitte di preoccupazioni  e affari da sbrigare in fretta. Troppo lento, il marocchino. A chiedere e a capire. Mostra un foglio sgualcito all’impiegata dello sportello. L’infila sotto il vetro, ma lei lo respinge. Manca la marca da bollo, le caselle non sono sbarrate, ci vuole un  codice da qualche parte. Perciò, fai il bravo, amico… La gente aspetta. Si chiama Mohammed Alì. Per l’impiegata, signor Mohammed. E non è suo amico. Può fare il bravo, senz’altro, purché gli si dia del lei e si ragioni con pacatezza. Il timbro postale c’è, in alto a destra. Il marocchino stampa il foglio contro il vetro, premendo con la mano aperta. Il vetro scricchiola, l’impiegata sospira. Quello è un francobollo di posta prioritaria. La marca è diversa. Come si fa a spiegare? Mar, ca, da, bol, lo.  Ta, bac, ca, io. Vai… Vada.  An, da, re. Esatto. Molto bene. Già andato. Già mostrato foglio al signore ch’era lì. Signore di sigarette. Lui visto. Lui dato. Mohammed comprato timbro. Allora? No timbro. Timbro no buono. Diverso. Altro timbro. Quat,  tor, di, ci, eu, ro,  e, ses, sen, ta.    Schiaffo al vetro, sospiro. Daccapo. Le anziane signore si spazientiscono. Mi stia a sentire giovanotto… Ehi tu, signorino… Senti coso… Una lo affianca a destra, l’altra a sinistra. Poi lo stringono come Pinocchio in mezzo ai gendarmi. E continuano a spingere con le spalle ossute finché non lo scalzano. Tempo scaduto. Fine della conversazione. Adesso è il loro turno. Segni e sintomi di approvazione dalle persone in coda. Brusio di sostegno. Il marocchino retrocede blaterando. Del foglio non sa più che farsene. L’accartoccia e lo scaglia in aria. Stupido foglio. Fottuta impiegata. Mohammed se ne va, visibilmente alterato. Uscendo vorrebbe sbattere la porta, ma è regolata da un sistema a molla che ammortizza lo strattone. Stamattina non gliene riesce una. Voci indignate tutt’intorno a me.  Farebbe bene a tornarsene da dove e venuto. Lui e tutti i compari suoi. Vai… Vada. Andare.