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Libero davvero...


Ricevuta la richiesta di pizzo, denuncia i suoi estorsori, sia alle forze dell'ordine, sia pubblicamente con una lettera al "Giornale di Sicilia" del 10 gennaio 1991. La decisione di combattere la mafia incontra il consenso della sua famiglia, ma gli procura anche l'isolamento dei suoi colleghi, che subiscono l'estorsione del pizzo. L'11 aprile 1991 è invitato alla trasmissione televisiva "Samarcanda" per parlare della sua lotta solitaria, rendendo il caso noto a livello nazionale e divenendo simbolo di lotta alla mafia. Il suo esempio di ribellione non può essere tollerato dai mafiosi, che lo uccidono il 29 agosto 1991una curiosità: il suo nome, o piuttosto l’aggettivo, com'egli stesso affermava, gli era stato imposto per tramandare la memoria del sacrificio di Giacomo Matteotti. Il nome segna così il destino di colui che muore per affermare la propria libertà.