Raggio di Sole

Parole in libertà


Da alcune dichiarazioni sotto riportate, prese da un articolo di repubblica, non capisco:1) Come mai quasi tutti quelli che parlano a sfavore della pillola abortiva sono uomini, oppure donne che hanno superato l'età fertile2) Perché le italiane vengono considerate da politici e clero più cretine e irresponsabili delle altre europee che vivono in paesi dove la pillola è legale da diversi anni3) Perché prima di parlare non si documentano un minimo (dire che basta "bere un bicchier d'acqua o poco più" significa essere completamente ignoranti sul tema)Pillola abortiva, l'ira del Vaticano:"La Chiesa non resterà passiva"ROMA - Il via libera dell'Agenzia del farmaco (Aifa) alla pillola abortiva ha innescato una serie di reazioni contrapposte. Il Vaticano ha subito parlato di "veleno letale" e di "delitto" che comporta "la scomunica" della chiesa per chi la usa, la prescrive o partecipa a qualsiasi titolo "all'iter". "Non possiamo restare passivi", ha scritto monsignor Rino Fisichella in un editoriale dell'Osservatore Romano. Fisichella: "Chi abortisce sia cosciente della gravità del gesto". "La Chiesa non può mai assistere in maniera passiva a quanto avviene nella società". La pillola Ru486 è - sottolinea il presule - "una tecnica abortiva" perché sopprime una "vita umana vera e piena". Fare ciò - ricorda - "è una responsabilità che nessuno può permettersi di assumere senza conoscerne a fondo le conseguenze". Movimento per la vita: "Banalizza l'aborto". L'aborto in Italia "è diventato un fatto di massa, di routine, e la pillola Ru486 è particolarmente grave perché lo banalizza. E in definitiva vuole cancellare fino in fondo l'idea che c'è di mezzo la vita di un figlio. Come si fa a dire che c'era davvero un bambino se per ucciderlo basta bere un bicchier d'acqua o poco più?". A chiederselo è il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini, commentando a Radio Anch'io il via libera in Italia della pillola abortiva. Roccella: "contraria alla 194". Il metodo dell'aborto farmacologico, ha affermato, "intrinsecamente porta la donna ad abortire a domicilio, proprio perché il momento dell'espulsione non è prevedibile", in una sorta di "clandestinità legale". Che è "difficilmente compatibile con la 194". Monsignor Sgreccia: "Delitto da scomunica". "Per voce di monsignor Giulio Sgreccia, emerito presidente dell'Accademia per la vita, il Vaticano auspica "un intervento da parte del governo e dei ministri competenti". Perché - spiega - non "è un farmaco, ma un veleno letale" che mina anche la vita delle madri, come dimostrano i 29 casi di decesso. La Ru486 - afferma monsignor Sgreccia - è uguale, come la chiesa dice da tempo, all'aborto chirurgico: un "delitto e peccato in senso morale e giuridico" e quindi comporta la scomunica latae sententiae, ovvero automatica"cladestinità legalizzata" degli aborti. Mantovano: "Donna abbandonata a se stessa". "Con la Ru486 la donna è abbandonata a se stessa, e privata anche della mera opportunità di una fase di prevenzione-dissuasione". Lo afferma, in una nota, il sottosegretario dell'Interno Alfredo Mantovano. "Ciò che turba di più nella decisione dell'Aifa - prosegue Mantovano - non è soltanto la circostanza, in sé grave, di commercializzare in Italia la Ru486 nel disprezzo del Parlamento, che da tempo, con numerose interrogazioni, ha chiesto approfondimenti scientifici in materia". Associazione Papa Giovanni XXIII: "Siamo in lutto". L'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si dichiara in lutto per l'approvazione della pillola abortiva. ''Sempre più assistiamo infatti a induzione e costrizione nelle mamme che incontriamo in procinto di abortire. Ne è la prova anche il numero sempre maggiore di extracomunitarie che abortiscono, in percentuale molto superiore alle italiane''. "Come Comunità - è la conclusione - vigileremo ora perché nessuna casa farmaceutica accetti di distribuire questo prodotto agli ospedali''. Il vescovo di San Marino: "Pesticida umano". Monsignor Luigi Negri, vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro, definisce il farmaco un "pesticida umano". Questa pillola "sarà usata per togliersi qualsiasi possibilità di avere un imprevisto di carattere medico. Una decisione di questo tipo non è tecnica e basta, ma coinvolge una concezione dell'uomo e del rapporto uomo-donna". Carlucci: "Legalizzato l'aborto fai da te". Gabriella Carlucci, parlamentare del Pdl e vicepresidente della commissione bicamerale per l'Infanzia, ha dichiarato: "Da oggi in Italia viene legalizzato l'aborto fai da te. La decisione dell'Aifa produce una domiciliazione dell'interruzione di gravidanza, in palese violazione di quanto prescritto dalla legge 194, la quale stabilisce che l'aborto deve essere praticato in ospedale e le donne adeguatamente assistite e curate. L'Aifa è stata condizionata dalla campagna ideologica e relativista messa in atto dalla sinistra italiana. A questo punto il governo deve adeguare immediatamente le linee guida della legislazione vigente se non vuole esporre le donne italiane a gravi rischi". Gigli: "Un regalo alle multinazionali". "Viene autorizzato un prodotto per curare qualcosa che non è una malattia, malgrado siano state già accertate 29 morti e numerosi casi di infezione a seguito dell'uso della pillola. Si ritorna insomma al significato etimologico della parola farmaco come veleno e viene fatto un regalo alle multinazionali e all'ideologia radicale sulla pelle delle donne". Lo sostiene Gian Luigi Gigli, responsabile del dipartimento Salute e welfare dell'Udc. Rotondi: "Una società senza aborto". "Non mi appassiona il dibattito sulle metodiche abortive: bisogna applicare la legge 194 nel progetto preventivo e puntare al valore di una società senza aborto, come è nelle corde di laici e cattolici". Lo dichiara il ministro per l'Attuazione del Programma di governo e leader democristiano del PdL, Gianfranco Rotondi. D'Avack: "Non credo che l'introduzione della Ru486 possa deresponsabilizzare le donne da una scelta dolorosissima qual è quella dell'aborto". Lorenzo D'Avack, giurista e vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), commenta così il caso. Ma, ci tiene a precisare D'Avack, "parlo a titolo meramente personale, perché il Cnb non ha mai espresso pareri in merito".