Raggio di Sole

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Berlusconi contro Gomorra e la Piovra"La mafia è più famosa che potente"Il premier critica sceneggiati e libri: "E' la sesta al mondo, ma la più conosciuta perché se ne parla"Veltroni attacca: "Saviano va solo rispettato". E Di Pietro: "Chieda scusa allo scrittore" Il governo ha fatto tantissimo contro la criminalità organizzata: "Abbiamo superato le 500 operazioni di polizia giudiziaria, che hanno portato a quasi 5000 arresti di presunti appartenenti a organizzazioni criminali". Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa con il titolare del Viminale, Roberto Maroni, a Palazzo Chigi, rivendica i risultati, sferrando un affondo contro chi, in tv e in libreria, affronta il tema della criminalità. Berlusconi sottolinea che "la mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo ma è quella più conosciuta" anche per i film e le fiction che ne hanno parlato, come "le serie della Piovra" e in generale "la letteratura, Gomorra e tutto il resto".Non è la prima volta che Berlusconi se la prende con chi avrebbe, a suo dire, fatto pubblicità alla mafia. Lo aveva già fatto lo scorso novembre quando aveva detto chiaro e tondo di voler "strozzare" chi ha fatto le serie della Piovra e chi scrive libri sulla mafia "che non ci fanno fare una bella figura". Un affondo che però, si era rivelato un boomergang. "La piovra è roba di tanti anni fa, mentre le fiction tv più recenti sulla mafia, da Il capo dei capi a quelle su Falcone e Borsellino, le ha fatte suo figlio per Mediaset. Quando Gomorra è stato scritto ed è diventato di successo internazionale, le immagini sullo scandalo immondizia e i problemi della camorra avevano già prima fatto il giro del mondo" gli aveva risposto Michele Placido, il popolare commissario Cattani proprio nella Piovra. Oggi, invece, reagisce Antonio Di Pietro: "Berlusconi chieda scusa a Saviano". E Veltroni attacca: ""Roberto Saviano è uno dei protagonisti della lotta alle mafie e il presidente del consiglio del nostro Paese avrebbe il dovere di rispettarlo e non di attaccarlo e isolarlo. Mentre Saviano è costretto a vivere da anni sotto scorta e minacciato da un potere, quello criminale, per aver denunciato con nomi e cognomi i boss e i loro legami con la politica; la mafia, la camorra, la 'ndrangheta allungano le mani su nuovi territori, nuovi affari, condizionano la vita delle imprese, l'economia e la vita di tante comunità al Nord come al Sud". Tre scrittori, Rushdie, Grossman e Englander, a fianco di Saviano. Dure le loro reazioni alle parole di Berlusconi contro l'autore di Gomorra. "Un capo di Stato non può fare dichiarazioni così irresponsabili" commenta David Grossman. Salman Rushdie parla di "disgrazia per l'Italia" e aggiunge: "Sono indignato per la dichiarazione di Berlusconi su Saviano. Considero la sua testimonianza importante ed estremamente coraggiosa". Nathan Englander sottolinea: "Un paese in cui si attaccano gli scrittori e la letteratura è considerata qualcosa di sovversivo è profondamente malsano".