La premiazione a Lendinara della Settima Edizione del Premio Internazionale di poesia e prosa L'Arcobaleno della Vita.Lendinara è un grazioso paese sito in provincia di Rovigo dove sono ancora presenti monumenti che ricordano l'originaria appartenenza alla Repubblica di Venezia. Raccolto intorno al suo centro storico, merita senz'altro una visita perché i suoi portici, la colonna con il Leone di San Marco e l'Adigetto, il fiume che l'attraversa, sono un bel colpo d'occhio.Lì si respira ancora un atmosfera non frenetica, c'è quasi una quiete agreste, ma, se le tradizioni fortunatamente rimangono, è un centro anche votato alla cultura, soprattutto dopo la riapertura dello storico Teatro Ballarin che ospita concerti, commedie e altre rappresentazioni.Quindi non è un ambiente provinciale assonnato, ma ha una dinamicità con giudizio che non può che essere ammirata.In questo contesto sette anni fa è nato un Premio di poesia e prosa, L'Arcobaleno della Vita, ideato, propugnato e organizzato da Gloria Venturini, poetessa del luogo che, grazie ai suoi sforzi, che vede coinvolti anche quasi tutti i membri della sua famiglia, e con il supporto della Pro Loco, del Municipio e di qualche sponsor, si è sviluppato in modo quasi incredibile.Il numero delle opere presentate è aumentato così considerevolmente, raggiungendo nella settima edizione (per intenderci quella dell'anno in corso) le 1.394 unità con 675 autori. Io ho partecipato per la prima volta lo scorso anno con 8 liriche di Canti celtici e sono arrivato al secondo posto nella sezione sillogi inedite.Quest'anno, anche perché ho concorso a ben 4 sezioni, le cose sono andate assai meglio, con due menzioni d'onore (per Il glicine nella poesia inedita e per Il cerchio infinito nelle sillogi inedite), un terzo posto con il racconto Il cipresso della collina e addirittura il Primo posto nelle sillogi edite con Canti celtici.La cerimonia di premiazione si è tenuta nel pomeriggio del 13 dicembre, in una giornata grigia, a tratti piovosa, ma in un'atmosfera accogliente nel bel salone del Caffè Grande, sito proprio nel centro storico.Ripeto che ho trovato un ambiente ancora più caloroso del Teatro Ballarin, utilizzato lo scorso anno per l'analoga cerimonia, ma indisponibile perché impegnato con altra rappresentazione.Benché il protocollo sia non dei più brevi (inizio alle 15 e termine alle 18) le tre ore sono passate senza che nemmeno me ne accorgessi, né ho avuto modo di intorpidirmi sulla sedia date le frequenti chiamate per consegnarmi i riconoscimenti.Infatti, la simpatia di Gloria Venturini, dei giurati e degli altri addetti all'organizzazione ha fatto sì che gli intervenuti si trovassero immediatamente a loro agio. Un plauso va anche agli attori che hanno recitato le prose e le poesie da podio, ma soprattutto ai piacevoli intermezzi musicali offerti da una ragazzina di 16 anni, di assai bella presenza, che si è esibita, con grande talento, suonando con il violino brani di Mozart, di Vivaldi e di Corelli. La freschezza di questa fanciulla e la sua abilità nell'eseguire pezzi non certo facili ha fatto quasi sbocciare la primavera fra i presenti, giovani e anziani, che, giustamente, hanno ripagato la sua splendida prova con applausi scroscianti.Al termine, poi, è stato offerto anche un rinfresco, con l'invito a rivederci il prossimo anno.In calce potete trovare alcune fotografie della cerimonia, ma ora concludo, magari con un po' di autoreferenzialità (d'altra parte non si può negare un minimo di pubblicità fatta dall'autore) con la motivazione della giuria per il Primo Premio attribuito a Canti celtici, che vi ricordo è edito da Il Foglio (www.ilfoglioletterario.it; ilfoglio@infol.it),a cui potete rivolgervi se volete acquistare qualche copia, magari per un regalo di Natale diverso dal solito. Non costa caro (10 €), ma penso che possa darvi molto. Se poi ordinerete anche la mia ultima silloge (Il cerchio infinito), stesso editore e stesso prezzo, posso pensare che ragionevolmente possiate usufruire di uno sconticino. "Libro molto coinvolgente dove la poesia gongola tra paesaggi naturali e quelli da favola, fra sogni e realtà, tra fantasia epica e vita di tutti i giorni.L'Autore alterna con grande efficacia poetica descrizioni di luoghi natii a suggestioni di popoli guerrieri di terre lontane, tra il reale e il fantastico, con una scrittura poetica ricca di metafore e significati molto profondi, dai quali emerge l'essenza errabonda dell'animo umano lungo il cammino della vita.La fluidità dei versi, le assonanze, le rime nascoste che si apprezzano nella metrica utilizzata danno grande forza e musicalità alla lettura dei componimenti, riuscendo a carpire magicamente l'attenzione e l'interesse di chi legge.Lo spirito di alternanza tra vita e morte, tra presente e futuro anelato da Renzo Montagnoli culmina nei tre versi finali: "Ancor domani sorgerà il sole / per altri riprenderà il cammino / per dove il vecchio è alfine arrivato.", dai quali emerge alla fine, sempre e comunque, una nota positiva e cioè la luminosa speranza per un domani da rinnovare."
13/12/2008
La premiazione a Lendinara della Settima Edizione del Premio Internazionale di poesia e prosa L'Arcobaleno della Vita.Lendinara è un grazioso paese sito in provincia di Rovigo dove sono ancora presenti monumenti che ricordano l'originaria appartenenza alla Repubblica di Venezia. Raccolto intorno al suo centro storico, merita senz'altro una visita perché i suoi portici, la colonna con il Leone di San Marco e l'Adigetto, il fiume che l'attraversa, sono un bel colpo d'occhio.Lì si respira ancora un atmosfera non frenetica, c'è quasi una quiete agreste, ma, se le tradizioni fortunatamente rimangono, è un centro anche votato alla cultura, soprattutto dopo la riapertura dello storico Teatro Ballarin che ospita concerti, commedie e altre rappresentazioni.Quindi non è un ambiente provinciale assonnato, ma ha una dinamicità con giudizio che non può che essere ammirata.In questo contesto sette anni fa è nato un Premio di poesia e prosa, L'Arcobaleno della Vita, ideato, propugnato e organizzato da Gloria Venturini, poetessa del luogo che, grazie ai suoi sforzi, che vede coinvolti anche quasi tutti i membri della sua famiglia, e con il supporto della Pro Loco, del Municipio e di qualche sponsor, si è sviluppato in modo quasi incredibile.Il numero delle opere presentate è aumentato così considerevolmente, raggiungendo nella settima edizione (per intenderci quella dell'anno in corso) le 1.394 unità con 675 autori. Io ho partecipato per la prima volta lo scorso anno con 8 liriche di Canti celtici e sono arrivato al secondo posto nella sezione sillogi inedite.Quest'anno, anche perché ho concorso a ben 4 sezioni, le cose sono andate assai meglio, con due menzioni d'onore (per Il glicine nella poesia inedita e per Il cerchio infinito nelle sillogi inedite), un terzo posto con il racconto Il cipresso della collina e addirittura il Primo posto nelle sillogi edite con Canti celtici.La cerimonia di premiazione si è tenuta nel pomeriggio del 13 dicembre, in una giornata grigia, a tratti piovosa, ma in un'atmosfera accogliente nel bel salone del Caffè Grande, sito proprio nel centro storico.Ripeto che ho trovato un ambiente ancora più caloroso del Teatro Ballarin, utilizzato lo scorso anno per l'analoga cerimonia, ma indisponibile perché impegnato con altra rappresentazione.Benché il protocollo sia non dei più brevi (inizio alle 15 e termine alle 18) le tre ore sono passate senza che nemmeno me ne accorgessi, né ho avuto modo di intorpidirmi sulla sedia date le frequenti chiamate per consegnarmi i riconoscimenti.Infatti, la simpatia di Gloria Venturini, dei giurati e degli altri addetti all'organizzazione ha fatto sì che gli intervenuti si trovassero immediatamente a loro agio. Un plauso va anche agli attori che hanno recitato le prose e le poesie da podio, ma soprattutto ai piacevoli intermezzi musicali offerti da una ragazzina di 16 anni, di assai bella presenza, che si è esibita, con grande talento, suonando con il violino brani di Mozart, di Vivaldi e di Corelli. La freschezza di questa fanciulla e la sua abilità nell'eseguire pezzi non certo facili ha fatto quasi sbocciare la primavera fra i presenti, giovani e anziani, che, giustamente, hanno ripagato la sua splendida prova con applausi scroscianti.Al termine, poi, è stato offerto anche un rinfresco, con l'invito a rivederci il prossimo anno.In calce potete trovare alcune fotografie della cerimonia, ma ora concludo, magari con un po' di autoreferenzialità (d'altra parte non si può negare un minimo di pubblicità fatta dall'autore) con la motivazione della giuria per il Primo Premio attribuito a Canti celtici, che vi ricordo è edito da Il Foglio (www.ilfoglioletterario.it; ilfoglio@infol.it),a cui potete rivolgervi se volete acquistare qualche copia, magari per un regalo di Natale diverso dal solito. Non costa caro (10 €), ma penso che possa darvi molto. Se poi ordinerete anche la mia ultima silloge (Il cerchio infinito), stesso editore e stesso prezzo, posso pensare che ragionevolmente possiate usufruire di uno sconticino. "Libro molto coinvolgente dove la poesia gongola tra paesaggi naturali e quelli da favola, fra sogni e realtà, tra fantasia epica e vita di tutti i giorni.L'Autore alterna con grande efficacia poetica descrizioni di luoghi natii a suggestioni di popoli guerrieri di terre lontane, tra il reale e il fantastico, con una scrittura poetica ricca di metafore e significati molto profondi, dai quali emerge l'essenza errabonda dell'animo umano lungo il cammino della vita.La fluidità dei versi, le assonanze, le rime nascoste che si apprezzano nella metrica utilizzata danno grande forza e musicalità alla lettura dei componimenti, riuscendo a carpire magicamente l'attenzione e l'interesse di chi legge.Lo spirito di alternanza tra vita e morte, tra presente e futuro anelato da Renzo Montagnoli culmina nei tre versi finali: "Ancor domani sorgerà il sole / per altri riprenderà il cammino / per dove il vecchio è alfine arrivato.", dai quali emerge alla fine, sempre e comunque, una nota positiva e cioè la luminosa speranza per un domani da rinnovare."