IO E I MIEI COCCI

DAVIDE


Mi sembra ieri.Alle otto e mezza o poco più ero in ufficio, l’otto giugno 1998, il tuo papà mi aveva già avvisata che eri arrivato… Ho chiamato la tua stanchissima mamma che mi ha detto sconsolata “è brutto!“.Ricordo di aver riso emozionata a quel commento, dettato da una notte di tribolazioni non indifferente.E poi finalmente ti ho visto, in mezzo a tutte quelle culle con esserini urlanti, tu dormivi e avevi quella testina a pera, eri ciccione e pacioso.La prima candelina, i primi passi, le prime parole. Sei sempre stato dolce, a volte pretenzioso anche se piccino, generoso e qualche volta timido.Ho perso qualche passaggio della tua crescita a causa del momento in cui la mia vita ha preso una strana deviazione e non mi ha permesso di stare con te.Ma poi non ti ho lasciato più, mio caro bambino.Sei uno dei  pensieri ricorrenti di ogni mia giornata, mi sorprendo a chiedermi come starà andando la mattinata a scuola, se hai mangiato, se stai andando in bici ad allenamento e se starai abbastanza attento per strada.Se stai correndo con Smash nei prati dietro casa e cosa passa per quella testa fitta di capelli crespi.A volte ti immagino già grande: realizzato, socievole, amato da tutti come i tuoi genitori.Ora sei ancora più bello, sei cresciuto in un batter d’occhio, sei forte, ti sta venendo un fisicone e a me pari un miracolo della natura.Mio nipote non di sangue ma di cuore.Tredici anni e mi sembra ieri.