IO E I MIEI COCCI

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La sua mano prende una generosa quantità di crema al cocco dal barattolo e passa sulla mia gamba, scivola lenta e vigorosa, la mia mente si rilassa, chiudo gli occhi, lascio allontanare l’anima dal costante travaglio.Questo profumo mi trasporta in altri luoghi, lontano da questa città che sta tornando rumorosa e puzzolente di gas di scarico. Mi salti in mente tu, piccolo sconosciuto. Chissà se ci sarai per me, per noi, se sei già nato, se sei ancora una piccola cellula anonima.Se ci incontreremo.Cerco di pensarti molto poco, in genere: sono ancora in attesa – dopo cinque mesi dall’udienza - di un pezzo di carta che mi renda “abile” a fare la mamma.(Che ridere. Che ci siano umani che stabiliscono se altri umani sono in grado di essere genitori)E non ho soldi per comprarti, non ho ancora ben capito come risolvere questo piccolo problema.Ma ogni tanto mi lascio andare un po’ alla fantasia.Non ti ho dato un colore, non ti vedo bianco, giallo, nero.Non ti ho dato un sesso, sei un maschio? Una femmina?A volte vedo i tuoi occhi seri che fissano i miei. Anche se non so chi e come sei.Cosa faremo.Come si trasformeranno la tua e la mia vita. Lo scopo della crema al cocco era quello di smettere di pensare, almeno un po’.Fallito.