io e cassandra

Post N° 85


Sono migliaia, o forse milioni i posti in cui ci si può nascondere restando sotto gli occhi di tutti. Sono milioni gli angoli bui e gli anfratti di una città...vicoli, strade buie, portici, garage, scale, piazze... Guardo la gente, mi piace osservarla, leggerne le emozioni sul viso, negli occhi. Immaginare la loro storia dai loro gesti, dai segni sul viso e sulle mani, dagli abiti indossati, dagli atteggiamentei tenuti...Guardo la gente e la gente non mi guarda guardarla...Guardo e sono indisturbata...E guardo negli angoli nascosti di questa città, così piccola che forse non si potrebbe neanche definire tale, e scopro che sempre più, aumentano coloro che passano le notti all'aperto. In stazione, negli angoli più nascosti e remoti, appoggiati alle colonne, o sotto il portico d'ingresso, riparati dalla pioggia, con pochi cartoni o solo con i propri abiti indosso, che lingua parlano? Di tutto! La mia, la loro...Che colore hanno? Dit utti i colori: neri, bianchi, caffèlatte... E perchè ridotti così? Ecco, perchè, vorrei saperlo. Ora di punta, torno a casa, il mio autobus si ferma davanti alla stazione e i miei occhi vedono nell'angolo più nascosto dell'ingresso, due...tipi, non saprei come definirli altrimenti, che la loro età è impossibile da determinare! Sembrano giovani, stanno seduti sullo scalino della porta ormai chiusa da anni e parlano tra loro, sembrano giovani, hanno gesti veloci, i loro muscoli scattano nella mimica, sembrano giovani, hanno l'atteggiamento di chi sta di fronte alla vita alla pari, ma i loro volti sono scuri di barba, segnati dal vento, dal sole, dalla pioggia, come quei pescatori che vivono in mare la maggior parte della loro giornata...mani nodose, calli, non sono certo abituati alle comodità...L'autobus è pieno di gente incappottata, oggi qui c'è stata bufera, anche se ora è tornato il sereno...e loro, quei due sullo scalino, loro dove saranno stati stamattina, quando il vento spazzava le strade, sferzandole di pioggia e sollevando ogni cosa sul suo cammino? Dove saranno stati? L'autobus riparte, e mentre li guardo diventare piccoli e mi domando perchè si possa permettere che l'umanità viva in modo così dispari l'unica possibilità di vita che ad ognuno di noi è concessa, ecco che sul marciapiede, vedo arrivare trascinando i piedi, come suo solito, il mio barbone...Sarò sciocca, stupida, non so, ma il mio cuore ha adottato quest'uomo, che non mi parla, ma mi guarda, quando ci passiamo vicini, quasi sempre di sott'occhio, curvo com'è a squadra, su se stesso... Eccolo passare con il suo cappotto quello che porta sempre, o addosso o sulle braccia, estate ed inverno, con i suoi pantaloni sempre uguali, il suo maglione sempre uguale, ed i suoi bianchi, lunghi capelli, che ogni giorno pettina con accuratezza, la sua lunga barba bianca, ed i suoi grandi, limpidi occhi azzurri. Azzuri come il mare estivo, come il cielo spazzato da una tempesta, azzurri, azzurri e limpidi...l'ho scoperto un giorno che, fermi entrambi alla fermata dell'autobus, io lo guardavo ed avrei voluto fargli una carezza, credo di averlo fatto con gli occhi, col cuore... non so... ma lui, che curvo così non può guardare in faccia nessuno, si è sostenuto al palo della fermata con la mano destra e a gran fatica si è tirato su, e mi ha piantato in faccia i suoi occhi, senza parlarmi mi chiedeva "che vuoi?" senza parlare gli dicevo "ti voglio bene", senza parlare mi ha lasciato guardare in quel mare che sono i suoi occhi di bambino, seri e intransigenti eppure così tranquilli, sereni...e sembrava mi desse un tacito consenso a questo affetto che si consuma giorno dopo giorno senza parole. Poi, faticosamente, si è lasciato tornare alla sua piega...Ci incontriamo praticamente ogni giorno, lui non chiede mai, nulla, a nessuno. Non parla con nessuno, non importuna nessuno, ma c'è! E' come se passandoci accanto ci scambiassimo un pò di calore, a volte un pò di refrigerio... Mi sento tristissima ogni volta che non lo vedo, perchè ho paura che un giorno, non lo vedrò più e non avrò detto e fatto quello che vorrei...ha sicuramente più di 70 anni quest'uomo, oppure porta male i sessanta... E' tutto assurdo lo so! Ma è quello che sento. Ed anche lui passa le giornate, di sole o di pioggia non importa, all'aperto, negli angoli nascosti di questa città...dove dorme? Che mangia? Come anche certi ragazzi (che hanno ormai anche perso l'aspetto di ragazzi) che vedo dalla finestra del mio ufficio, quando la apro all'arrivo al mattino. Dormono ancora, appoggiati al muro interno della piazzola della Mater mirabilis (una scultura: il rinoceronte di Trubbiani), che si trova in P.zza Pertini, con un letto di cartoni, umidi della nebbia notturna, che li avvolgono tutti...Visi segnati dalla droga, la solitudine stampata a lettere cubitali negli occhi...Storie diverse, storie di uomini, partiti da chissà dove, nati in chissà quale famiglia, e persi, persi per sempre... Ma chissà com'è io non riesco a non pensare che la colpa è anche mia...