io e cassandra

pensando...


 Essere soli, sentire la solitudine..."quella" solitudine.Sentirsi soli. Soli di quel tipo di solitudine che non ti abbandona, perchè non sai prendere in giro nemmeno te stesso. Soli.Non è certo il numero di persone con cui vivi,a dartene la sensazione, nè l'ambiente che frequenti nè le amicizie che hai nè il lavoro che fai. E' come un velo sottile che avvolge tutto e, sfumando i colori, sfocando i contorni, allontana tutto. una presenza continua, anche discreta a volte, ma continua. Sembra che nulla aderisca al tuo sentire, al tuo pensare, al tuo vivere.Sembra che il resto del mondo danzi una musica che tu non senti...o peggio, che il mondo non dia alcun ascolto alla musica che è in te. Come non avessi voce, come non avessi corpo. Un fantasma...passare nelle vite altrui e sentire il cellopahane che avvolge le anime impedire che il tuo passaggio lasci un segno.Addormentarsi soli e dolcemente cullare l'anima, consolandola della sua solitudine...il passato torna a visitarti e lo guardi come se non fosse neanche il tuo, il futuro è un'incognita e perdersi in interrogativi che non avranno risposte non ha senso quando il corpo chiede riposo e la ragione annaspa tra le nebbie della stanchezza...così ogni sera ti addormenti ed il cuore, sincero e pulito anche negli errori, guida i tuoi passi nel regno di Morfeo...un regno di sogni, in cui tu non sogni più.Svegliarsi soli, cercare un segno, cogliere un gesto, catturare un attimo e ricomporre l'anima, che risollevi il corpo, che si risollevi, che abbia forza. E' un'incredibile difficoltà...vivere... Guardi intorno e vorresti scuotere tutti questi corpi stupidamente vuoti, sguardi senza anime...parole senza costrutto e ti senti invece come il bimbo zoppo nella favola del "Pifferaio magico": non poteva saltare nè correre e quando il Pifferaio, per  vendicarsi di non essere stato pagato dal paese per averli liberati dai topi, portò via tutti i bimbi con la sua magica melodia, lui non riuscì a stare al loro passo e li vide scomparire per sempre. Loro persi. Lui salvo, ma solo.Guardi la gente, la ascolti parlare e senti il gelo avvolgerti...non vedi il Pifferaio ma sai che c'è! Gli altri sembrano incapaci di sentire altro che non sia la sua melodia. Donne mature o giovanissime totalmente prive del senso della dignità. Uomini ormai lontani dal senso che questa parola racchiude.Parole...tante e vuote, private del loro autentico significato, violentate nel loro senso profondo, usate ed abusate tra un abito firmato ed una riunione importante, sbattute e rivoltate nei letti privati o sulle panchine in piazza, sotterrate nei cimiteri dei cuori dove nulla ha più senso se non IO e SUBITO.Amore...confuso con il sesso.Pazienza...confuso con stupidità.Tempo...confuso con fretta.Costanza...sostituito da ricambio.Risparmio...sostituito da consumo.Lavoro...confuso con sfruttamento.E così consumiamo i nostri giorni ed il nostro tempo in fretta, con amori confezionati "usa e getta" presi da una frenesia che non dà pace, lavoriamo come matti per produrre qualcosa che dovremo consumare e cambiare subito, per essere al passo con i tempi...che corrono e saltano al ritmo del Pifferaio che perderà tutti...: "non correte...aspettate...!!!", inutile... Essere soli. O forse no.Forse qualcuno canta la mia stessa canzone ed in mezzo a questo delirio io non lo sento...e lui non sente me...Non posso essere così sola!Ci sono, ci sono di sicuro, altri che ancora non hanno reso le armi, abbassato gli scudi.Questo è quello che ora conta. La certezza che sento che è così.C'è, da qualche parte c'è di sicuro, chi ancora sa fermarsi e guardare, ascoltare. Che si lascia bagnare dalla pioggia, avvolgere dalla nebbia, con la certezza che il sole è dietro queste nubi e sa aspettare...C'è di sicuro chi ancora  considera il cuore, la mente, scrigni preziosi.E non solo per vezzo.C'è di sicuro chi ancora conosce e conserva in sè il significato vero delle parole e non ne abusa, e chiama lavoro qualcosa che renda un uomo migliore, perchè con altri uomini costruisce, con pazienza, qualcosa che dura nel tempo e non mangia pane e plastica a colazione e non consuma amori in cellophane, e ha l'anima negli occhi.C'è. Non è possibile che non sia così.Addormentarsi e svegliarsi, ogni giorno soli, ma con la certezza che non è così.In questo frastuono di anime mute, in questo orribile silenzio invaso da suoni, qualcuno, più d'uno, di certo sta cantando la mia stessa canzone.