Creato da flyfishingintuscany il 29/11/2009

Luca Castellani

FlyFishing Tuscany Umbria Lazio

 

 

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!0 domande a ............ da DRY FLY ONLY

Post n°34 pubblicato il 30 Dicembre 2020 da flyfishingintuscany
 

https://www.facebook.com/lucacastellaniflyfishingguide/

10 DOMANDE A ................ LUCA CASTELLANI:

 

Presentazione :

 

Luca Castellani è nato a Perugia, e pesca a mosca dai primi anni '80. Dal 2001 è diventato una guida professionista con l'obbiettivo di aiutare gli altri pescatori ad ottenere il meglio. Scrive ed ha scritto per diverse riviste di pesca a mosca come Fly Line, FFMagazine e Pescare , ed e anche non di rado collaboratore di altre riviste inglesi e americane.

Luca è stato uno dei promotori dei tratti No Kill del Nera e della TWT. Ha iniziato a frequentare questi fiumi nel 1974, e quindi nutre una profonda conoscenza di questi fiumi. Probabilmente nessuno conosce i momenti giusti e sa leggere queste acque come lui. È anche un fly tyier professionista. Le sue mosche innovative sono state create per i fiumi in cui porta i suoi clienti, ma funzionano anche in altri fiumi. Mini-chernobyl, extended-body dun solo per citarne alcune. La TWT Tevere, l'Alto e il Basso Fiume Nera, il canale di Santa Susanna e il Velino sono i fiumi dove guida i suoi clienti. Luca e la sua profonda conoscenza di questi fiumi possono fare davvero la differenza.  Ama anche la pesca in lago di origine Anglosassone, insidiando in inverno le trote dei Reservoire. Insegna pesca a mosca e organizza workshop (casting, costruzione e strategia di pesca) a vari livelli sia da solo che in collaborazione con altri esperti.

Per i risultati raggiunti nella pesca a mosca e nei programmi di salvaguardia ambientale degli ecosistemi fluviali, Luca e il suo amico fraterno e collega, Mauro Raspini sono stati proclamati Pescatori a Mosca dell'Anno nel 2007 dalle più importanti riviste di pesca a mosca in Italia al Sim Fly Festival di Castel di Sangro.

È socio e consigliere del Mosca Club Alto Tevere. Luca è uno dei giudici del World Tuscany Open, una delle gare di costruzioni artificiali più apprezzate al mondo, ideata e organizzata dal MCAT.

 

1.     D: Domanda di prassi: sei entrato da poco nel gruppo, fra i gruppi FB che trattano di pesca a mosca come valuti Dry Fly Only, come ti ci trovi, cosa si dovrebbe fare per renderlo migliore ?

 

Secondo me ti sei preso un bell'impegno, complicato e non facile da gestire. Complimenti. Tutti i pescatori vivono di momenti,  danno delle priorità alla cosa che preferiscono in quel lasso di tempo; che sia qualcosa che riguardi il lancio,  o la  costruzione,   la strategia, o scelta della tecnica di pesca. Spesso nelle discussioni social e non, nell'esprimere la propria opinione molti  non riescono ad essere  obbiettivi se il dibattito non coincide con il "momento" che stanno vivendo. Per capirci, se un pescatore sta attraversando nella costruzione il momento "hackles di gallo", obbietterà sull'uso improprio del canard, o è preso nel momento del piacere del lancio, discuterai con quelli che amano le bollate in acque lente e altre diatribe di questo tipo. Alla fine ognuno rimarrà nella  propria posizione e resterà solo l'arrabbiatura  provocata della discussione social. I lettori dei post divisi, che saranno schierati un po' per parte, chi avverso e chi condividerà il suo pensiero. Come accade in tutte le cose della vita, siamo portati a vedere tutti quegl'aspetti che sono vicini  al nostro modo di interpretare le cose, così da creare tante verità, e tutte abbastanza giuste.  Comunque ho visto che sei bravo a districarti su queste problematiche, anche se noiose, spesso, portano visibilità. Buono per il gruppo. La cosa che posso consigliare ai membri del Dry Fly Only è di diffidare di quelle persone che vogliono imporre il  proprio pensiero a prescindere, che ci vogliono insegnare a vivere, che sono i portatori della verità. Per il resto le opinioni sono tutte rispettabili, ognuno di noi viene da storie diverse, per fortuna. La diversità intelligente è una ricchezza. Comunque complimenti e grazie per l'idea di aver creato questo gruppo, vai avanti così.

 

2.     D: vorrei sapere da te, che con il lavoro che fai te ne servi abbastanza, che influenza hanno i social sul mondo della Pesca a Mosca, poi uscendo un attimo dal tuo ruolo di guida di pesca e tornando ad essere il "Lucone" con cui conversavo nel negozio di Bruno, come ti rapporti con le nuove tecniche di pesca (ninfa a filo, Czech nimph, ecc) derivate dalle competizioni che mettono un pò in disparte l'etica, a favore di una possibilità di catturare pesci senza perdere tempo con corsi di lancio ecc.

 

Se penso a quando abbiamo cominciato noi,  a quel tempo si aspettava  un mese per leggere  su Pescare qualcosa che riguardasse la pesca a mosca. Usciva con una cadenza mensile e sulla rivista c'era un solo articolo che riguardava la pesca a mosca.  In più c'era una pagina dedicata ad un dressing, e al limite,  i mesi più fortunati, potevi leggere pure qualche articolo che riguardava  uscite  di pesca a salmoni su fiumi europei e nord americani. E sognavi.  Le firme erano di Pragliola, De Rosa, Lumini, Alinei. Nell'86 iniziò Messori con FLY LINE. Siamo stati fortunati a vivere questo periodo. I social su Internet sarebbero arrivati due lustri più tardi. Oggi è completamente diverso, sono più gli autori che i lettori,  per chi comincia è veramente complicato capire cosa gli può servire o meno leggere. E chi seguire. Comprendere se chi scrive  è in grado d'insegnare o meno. Che sappia o no di pesca a mosca. Siamo figli del nostro tempo. Molti di quelli che scrivono articoli o post, incluso qualche editore, non vanno nemmeno a pescare. Forse è stato sempre così, questo mi viene da considerare. Penso al film del 1964 "lo sport preferito dall'uomo" con Rock Hudson. Da quella data non sembra cambiato niente, se non i tipi di media. Il messaggio è lo stesso. Però ho ragione di pensare che oggi sia ancora più complicato districarsi in questa " web confusion". I più penalizzati sono, come sempre, i neofiti, quelli che avrebbero più bisogno di certezze.  Le "nuove tecniche" di pesca?. Personalmente pesco con piacere  a ninfa a vista soltanto sul Santa Susanna, e come ben sai li le trote non amano le ninfe piombate, solo piccole ninfe, scarne, presentate come si deve. Le acque che abbiamo sono adatte agl'amanti del "dry fly only". Siamo super fortunati. Spesso non abbiamo bisogno di pescare diversamente.  Magari se abitassi in prossimità delle alpi dove la stagione della secca non è così lunga come da noi,  probabilmente  anche io avrei dato la priorità a studiare e pescare con queste tecniche di pesca. Non mi sento di criticare chi pesca a ninfa a filo,  o a ninfa ceca, o partecipa a delle gare di pesca; ci sono delle leggi che regolano e disciplinano queste attività, se non piace a me non vuol dire che per qualcuno possa essere gratificante praticare questi tipi di tecniche. La pesca è un piacere intimo, e nella pesca ognuno di noi può cercare e trovare quello che ritiene appagante e giusto per se.  E' la propria passione;  e si pratica come se fosse un conquista spirituale, profondamente interiore. Nessuno è in grado di misurare e comparare il proprio piacere con quello degl'altri nell'andare a pescare. Le tue sensazioni sono intimamente private. Sorridere di qualcuno che va a pescare con i bachi i barbi, per esempio, oppure i boccaloni a spinning,  credendo che vedere salire una trota sulla tua mosca secca  sia un'azione di pesca superiore, sarebbe solo un atto di  arrogante presunzione. Ti piace vedere salire un pesce sulla tua mosca? Goditelo e non pensare ad insensati paragoni. Nessuno è superiore ad altri. Vivi la tua passione e non perdere tempo a pontificare.

 

 

 

3.     D: Il tuo percorso di vita ti ha portato in giro per molti fiumi Italiani ed Europei, qual'é il fiume Italiano, e quale il fiume Europeo che ti sono rimasti nel cuore e perché ?

 

I chalck stream danesi dell'Jutland tra la foce ed il mare , sono tra i fiumi  più congeniali al mio modo di vedere la pesca. L'ho frequentati moltissimo durante tutta la stagione quegl'anni quando abitavo vicino ad Amburgo.  Ci ho pescato ancora di  più che nei fiumi alpini di oltralpe, anche se provo sempre piacere a  pescare in Unec o Gacka. L'Isonzo (Soca) il più bello, ma è stato sempre povero d'insetti. Mi piace pescare dove c'è in acqua una ricchezza bentonica. Qui a casa, oltre i nostri fiumi  adoro andare a pescare verso sud. Un fiume su tutti: il Tanagro.  La pesca in lago comunque è quella che mi attira di più, la più tecnica in assoluto.

 

4.     D: Il rapporto che hai ancora oggi con i fiumi dei tuoi inizi Nera, Corno, Santa Susanna per nominarne solo alcuni, è rimasto quello di una volta, oppure la causa della tua professione li vivi come un lavoro ?

 

Il Nera purtroppo ha dimezzato la portata rispetto ad anni fa, gli insetti si sono ridotti anche di più, in percentuale sono diminuiti tantissimo,  anche nel Santa Susanna l'attività di superficie si è ristretta sensibilmente, purtroppo. Ho ricevuto molte critiche negative  per aver aiutato con il supporto degl'amici di pesca di sempre, la TWT. I guardapesca  inglesi lo  hanno fatto con successo nei chalck stream del sud dell'Inghilterra, sono stati bravi, lo abbiamo fatto noi e siamo stati valutati come degli irresponsabili. Li abbiamo copiati: abbiamo immesso ninfe d'insetti "rubate" su altri fiumi nelle acque del Tevere. Utilizzando più tecniche differenti tra di loro. Comunque entrambe efficaci.  Ora in TWT sono presenti degl'insetti come la Danica (rubata al Nera), e altri tricotteri, che prima del nostro intervento (da carta ittica) non esistevano in quell'area. I risultati sono davanti gli occhi di tutti. Ora credo che il Tevere sia il fiume con più attività di superficie del centro Italia. Non dimentichiamoci comunque cosa fosse il Tevere sotto la diga di Montedoglio, e in quali condizioni fosse il fiume prima del nostro intervento. Non era di certo il Nera. Comunque ritengo che i veri problemi del fiume siano altri: come la carenza d'acqua e la portata con conseguente temperatura variabile dell'acqua del fiume. Ingestibile. Sull'asta del Tevere si deve combattere contro la coltivazione intensiva del tabacco, così come i cormorani che sono già diventati stanziali nell'area: ma abbiamo già perso queste battaglie.

 

5.     D:Tu organizzi anche degli stage per i nuovi moschisti, consiglieresti ad un nuovo potenziale pescatore a mosca, di investire in un buon corso di lancio con un istruttore abilitato, oppure fare un corso di pratica sul fiume ove vengono insegnate le basi per poter lanciare e come comportarsi sul fiume, rimandando l'eventuale perfezionamento al lancio in un secondo momento ?

 

Secondo me non c'è una regola che vale per tutti, anche perché gli approcci alla pesca a mosca dipendono da tanti fattori. Quanto tempo hai, quanto ti piace, non è la sola tecnica di pesca che pratichi, ed altro, quindi dipende da quello che vuoi cercare nella pesca con la mosca. Ho degl'amici che vanno a pescare tre, quattro volte all'anno, e quando hanno questa possibilità preferiscono spendere più momenti sul fiume che sul prato,  ovvio che se hai disponibilità di tempo, e sai che in futuro sarai spesso sul fiume a pescare a mosca un corso di lancio e di costruzione è consigliabile, ti farà risparmiare tempo e avrai risultati più velocemente. Proprio per questo differenzio organizzando dei work shop o dei corsi personalizzati. Dipende sempre dalla richiesta del corsista.

 

 

6.     D: Qualche tempo fa sei stato ospite del Fly Club a cui appartengo, in una bella serata in cui hai costruito le tue mosche e ricordato i bei tempi andati, secondo te, il club di pesca a mosca cosa deve trasmettere ai soci e che tipo di aiuto deve dare ai nuovi arrivati.

 

Si, fu una bella serata, il mio modo di costruire, essenziale, da pesca,  non è adatto ad intrattenere con attenzione un pubblico abituato alla visione della realizzazione di artificiali esteticamente appaganti all'occhio, dei veri capolavori al morsetto, e probabilmente la mia esibizione non ha soddisfatto i cultori dell'estetica. C'è molta gente al morsetto brava e tecnicamente capace che può fare spettacolo e intrattenimento. Mi piace costruire per pescare, l'unico motivo per cui mi costruisco gli artificiali. Ogni mosca ha una sua storia. Bisogna essere rispettosi dei dressing originali, e spesso non vedo questa correttezza, ogni materiale utilizzato ha un suo perché. Non dimentichiamocelo. L'ideatore lo ha utilizzato non perché fosse il materiale più comodo da assemblare in quel momento sull'amo (almeno si spera che sia questa la valutazione), ma scelto per un motivo che lui aveva in testa al momento della ideazione,  e successivamente sperimentato in pesca. Ho piacere ad avere nella scatola delle mosche degl'artificiali catturanti, qualche volta anche se non esteticamente "desiderabili", ma devono svolgere bene il loro compito. Vorrei sempre avere nelle scatole mosche con una marcia in più, che perdano meno colpi possibili, questa per me è la poesia al morsetto.

Per quanto riguarda la vita di un club? Penso che il risultato dipenda dalla qualità delle persone che formano l'associazione. Se nel gruppo la posizione più ambita è riempire l'incarico per la casella didattica, cioè quella dedicata all'istruttore, di solito ricoperto da quello più bravino, tecnicamente, del gruppo, e non quella del presidente, non credo che la vita associativa abbia lunga vita. Se la realtà del club si limita alle uscite di pesca, che siano in Italia o all'estero, a delle nascoste gare di pesca, non dichiarate, ho catturato più di lui, oppure alla pontificazione dei più esperti nei confronti dei neofiti, le serate saranno evitate dai più e le sedi,  le sere delle riunioni, rimarranno spesso vuote. E' difficile coinvolgere persone in progetti impegnativi, e la credibilità è una virtù importante che il gruppo deve assolutamente avere. L'autorevolezza si conquista con i fatti. Si vede troppe volte discutere  di foam si o no,  secca o ninfa, hackles o canard, coda dt o wf, stivali o waders e non dei veri problemi che riguardano gli ecosistemi dove andiamo a pescare. Creare qualcosa di serio è veramente difficile ed impegnativo, e la maggior parte dei pam non immaginano quanto lavoro ci sia dietro ogni iniziativa. Anche la più banale. Provare per credere. Siamo bravi solo a criticare. Faccio gli auguri a chi avrà voglia di formare un club di pesca, ne avrà bisogno. Ma abbiamo pure bisogno che questi esistano. Numerosi. Poi i membri di questi con il tempo cresceranno pure come persone adatte allo scopo.

 

7.     D: Tu sei una guida di pesca professionista, come ti rapporti con il cliente ? è sufficiente portarlo sul fiume e fargli prendere i pesci, oppure cerchi di interessarli anche ai fiumi, all' ambiente e ai prodotti tipici del luogo, offrendo un servizio a 360° ?

 

Se entri in una macelleria a chiedere delle salsicce il macellaio non ti può rispondere: <oggi abbiamo solo il tacchino>. Per me, semplificando grosso modo il paragone, vale lo stesso criterio. Sono la guida di pesca e le richieste me le suggeriscono i clienti. C'è  quello che vuole prendere tanti pesci,  chi auspica di portare a guadino il pesce della vita, chi richiede di pescare solo in bollata, chi vuole lanciare solo mosche costruite con materiali naturali, chi gradisce pescare solo a secca e prendere tanti pesci, qualcuno desidera migliorare la strategia ed il lancio, altri vogliono capire perché peschiamo su questo fiume e non quest'altro, e molte altre richieste più o meno differenti. L'uso dell'indicativo e non del condizionale nelle richieste non è un caso. La guida deve essere  capace  di soddisfare le pretese del cliente,  non può barare, se non è in grado di  esaudire le sue esigenze avrà una vita professionale molto breve. Devi essere abile a cavartela in tutte le situazioni in maniera dignitosa.  Devi "sapere" di pesca a 360 gradi,  non puoi far finta di averne conoscenza , saresti subito scoperto, non sei un pescatore in quel frangente; sei la guida di pesca mosca. Per capirci:  in acqua ci sono le caenis,  i pesci bollano su queste effimere, e lo stadio di spent ha una marcia in più. Il tuo cliente non eccelle nella strategia e nella tecnica di lancio. Non riesce a tenere in superficie e avvistare, nemmeno una sedge montata sull'amo del 12. Sarà complicato fargli vedere  una spentina sul 18 e scorgere poi la bollata se il pesce ci sale, ammesso che gliela presenti bene. Può accadere spesso. Questo non è un problema suo,  ma un problema che dovrai risolvere tu. Questo tipo di difficoltà  sono ricorrenti spesso, pane giornaliero per la guida di pesca. La tua conoscenza deve fare la differenza. Qui non si raggira nessuno, devi risolvere la situazione,  o lo sai  fare o......... è meglio che vai a pescare per il tuo piacere con la piccola caenis per i fatti tuoi,  e non fare la guida. Il cliente tanto non tornerà.

Sono fortunato perché il Tevere con i suoi affluenti, dove di solito lavoro, specialmente nel Nera e nel Corno,  l'ambiente intorno è appagante, si vive e si sente, in queste vallate, il glorioso passato, siamo in  un grande paese, unico, meraviglioso, e poi c'è sempre la cucina che aiuta tantissimo a vivere di gratificanti sensazioni dopo l'uscita di pesca. Il Tevere è il fiume della storia.

 

 

8.     D: Quali sono i personaggi della pesca a mosca a cui devi di più e perché ?

 

Anche se non sono un appassionato della TLT,  del lancio in genere,  devo dire che Roberto Pragliola è quello che ha avuto più influenza su di me. E' colui che mi ha insegnato a "pensare in acqua", come pormi le domande per risolvere le situazioni di pesca.  Mi ha condizionato e disorientato più di una volta dicendomi : "< l'esperienza è un limite non un'opportunità>". Quando gli raccontai che avrei voluto provare a fare la guida di pesca e cosa ne pensasse, lui non mi rispose direttamente in merito. Accese la sigaretta mi guardò e disse:< ho inaugurato il negozio di pesca a  Firenze nel ......bla bla bla,  in questo periodo non ho più visto i miei amici di pesca per almeno due mesi, erano  scomparsi. Il negozio era pieno di "cose nuove" per la pesca a mosca  mai viste prima a Firenze. A loro sarebbero servite>.  <Ho capito>, risposi. Grazie dell'incoraggiamento. Comunque sono ancora  qui. Il ricordo che ho di lui? L'ultimo corso della Accademia che ha tenuto sul Nera a Castel San Felice, era con Mauro Minelli, Sergio Mastriforti e Roberto Reali e altri stagisti. C'è un attimo di pausa nella didattica e ci incamminiamo da soli, io e lui, a piedi verso il ponte sul fiume. Gli dico: " Che bello vederti! E' passato un po' di tempo dall'ultima volta!". Mette in bocca la sigaretta, aspira. Butta fuori il fumo. Passano almeno altri quindici secondi. Poi esce con: "<ma che cazzo di bello c'è nel vederci>. Questo era Roberto. Nessuno con il suo carisma. E' stata l'ultima volta che lo vidi. Gli devo molto. Grazie Roberto

 

 

9.     D: Abbiamo iniziato questo percorso, tu prima di me, frequentando gli stessi negozi e gli stessi fiumi, costruivamo più o meno gli stessi artificiali, poi ad un certo punto tu hai cambiato totalmente il modo di costruire e sono nate le tue ormai famose mosche in foam come Mini Chernobil,  Extended Body, la Mosca del Cancello e molte altre, so che non sono nate per caso ma da degli studi e sperimentazioni, quali sono stati i concetti portanti per arrivare a queste mosche ? Poi volevo sapere quali sono per te le mosche senza le quali non usciresti di casa ?

 

Sai che sono un appassionato di pesca in acque ferme. Sul lago senza  le mosche giuste fai veramente fatica, anche se sei un campione di lancio ed hai vinto tutti i trofei di costruzione in giro per il mondo.  Ho preso atto che ci sono dei materiali che all'occhio del pesce sono più accattivanti e sul lago più che mai si vede questa superiorità. Ho studiato, sperimentato, ricercando materiali nuovi, spingendomi in varie direzioni. L'abbinamento dei colori è una parte importante che ha richiesto ancora più tempo per la messa a punto degl'artificiali. Ho avuto l'aiuto di diversi amici che hanno contribuito alla sperimentazione pescando con i miei prototipi. Tutti i pescatori avevano un differente grado d'abilità nella pesca a mosca; dai neofiti per finire con i più esperti. Poi ci sono dei risultati a cui non sono stato in grado di darmi delle risposte soddisfacenti. Ho imparato a prenderne atto, non sono un pesce, però i risultati me li tengo cari. Sono stato influenzato per questo da Dunne. L'articolo che mi ha cambiato la vita di pescatore a mosca lo lessi nel 1990. Due pagine  di un numero di Pescare MS, dove erano tradotte alcune considerazioni dal libro di J.W.Dunne: "Sunshine and the Dry Fly" del 1924, sulle speculazioni psicologiche e sul comportamento quotidiano della trota. Ma un passaggio in particolare mi colpì, e da allora i miei artificiali spesso sono la logica di questa considerazione. Ecco il passaggio da LJ.W.Dunne Sunshine and Dry Fly, Londra 1924, Adam & Charls Black Ltd cap XI pagg 94 98. Leggete e poi rifletteteci su.

Ward dopo aver riferito il fallimento di menti sottosviluppate nell'osservare differenze che sono evidenti  a quelle meglio sviluppate termina così: attraverso la vita , noi siamo capaci di notare il generale, i punti di somiglianza, prima dello speciale e le diversità. Omissis

Se noi cerchiamo intorno a qualcosa di particolare , noi noteremo i punti di rassomiglianza a quella cosa, prima di vedere i punti di differenza. Come Ward fa notare, tali caratteristiche  sono proprio alle radici della costruzione della mente: e più elementare è la mente e più potenti in realtà sono tali caratteristiche. Per la trota quindi, le rassomiglianze contano molto di più che per noi. E una trota che esamina oggetti che passano sopra di lei per quella cosa che sta cercando, quell' effetto di colore che indica "mosca", non si accorgerà solo dei punti di rassomiglianza prima e delle differenze dopo, come facciamo noi, ma sarà ancora più colpita di noi  dai punti di somiglianza che vede. La sua mente limitata si concentrerà su di essi a detrimento della sua attenzione verso le trappole estranee come ami, finale o gambe superflue. E' ovvio che se noi volessimo offrirle prima i punti di differenza , ritardando la presentazione dei punti di rassomiglianza , data l'inerzia della sua rigida mente , noi potremmo trovare difficoltà a farle cambiare il suo giudizio originale di non somiglianza. E viceversa,  se noi potessimo offrirle  parecchi elementi di rassomiglianza prima, ci vorrebbe  un bel po' di osservazione visiva per convincerla che l'oggetto non è quello che lei aveva deciso che fosse. Omissis .

Spero che questo passaggio possa servire da ragionamento ed insegnamento a qualcuno. Per quanto riguarda le "mie" mosche sono soddisfatto degli apprezzamenti che ricevo in giro per il mondo. Hanno volteggiato, e  sono state posate sull'acqua di molti fiumi anche fuori dai nostri confini. Sono finite su cataloghi di vendita stranieri e qualche guida nella ex Yugoslavia, che tra l'altro conosco,  le vendono come proprie creazioni. Ci sta.  Non ho mosche preferite in assoluto, la scelta di queste dipende sempre dal fiume, dai livelli , dalla temperatura dell'acqua e dal momento del giorno o della stagione che vai a pescare. Non farei a meno del mio giubbetto, questo sì. Ma non sono il solo.  Una volta in TWT ero a pescare con van Klinken, dovevo rientrare, e prima di andarmene gli ho chiesto se avesse bisogno di qualche mosca, mi rispose: <lasciami il giubbetto>, così feci. Lo indossò subito. Lo vidi. Era felice. Se qualcuno fosse interessato ad approfondire l'argomento , ho un blog dove scrivo solo in italiano e ci sono anche i passaggi costruttivi oltre alla storia di questi artificiali.

 

 

 

 

10. D: Dal mondo delle guide di pesca si è estesa a macchia d'olio l'abitudine di fare foto con i pesci in posa, sfruttando prospettive ed angolazioni, tanto che ormai anche i più attempati (o diversamente giovani), si attardano nel rilasciare le prede per scegliere le inquadrature migliori. Cosa ne pensi di questa abitudine.

 

Su questa domanda ci si potrebbe scrivere un libro. Ci sono numerosi punti di vista e tutti sono opinabili. Il rispetto della cattura è molto importante. In questa frase c'è tutto ed il contrario di tutto. Sarebbe come dire: <guarda pesce ti sto facendo del male, ma lo faccio per il mio divertimento. Comunque al mio divertimento non posso sottrarmi, sai che c'è? Ti faccio male?. Ti impedisco di nutrirti? Si, ma tutto questo con la massima gentilezza>.  Magari qualcuno critica una foto per una posa maldestra, e magari il critico ha costruito un sacco di mosche con i colli di gallo della Metz. I galli non sono buoni da mangiare e vengono ammazzati solo per utilizzare i colli ( così lessi in un vecchio Field & Stream di molti anni fa, spero sia cambiato qualcosa) che adopereremo poi una volta conciati per costruire le nostre mosche. Ammazzo il gallo ma ti critico perché hai tirato su la pinna dorsale del temolo per la foto prima di rimetterlo in acqua. Povero temolo. Non sono razzista è che lui è nato gallo Metz e non un pesce pescato con la mosca.

E' solo  uno degl'esempi che si potrebbe fare. Per capirci, ho almeno dieci colli di gallo di questa marca, li adoro. Li utilizzo spessissimo. Stiamo sempre a puntare il dito verso gli altri. Si vedono tanti messaggi in merito. Spesso nei post di Facebook  questi tipi di commenti sono rivolti a qualcuno che ti sta antipatico. Tali faziose affermazioni ti fanno rendere conto del livello mentale dello "scrittore postatore", si capisce che sono frasi di disturbo. Almeno lo spero, perché se ci fosse la buona fede, questi si dovrebbero veramente  preoccupare, non certo per quello che scrivono riguardo la pesca, ma per ben altro. L'ipocrisia mi procura  una sensazione molto fastidiosa. Provoca in me un desiderio di reazione che per merito dell'età riesco a mitigare. Però che fatica!

Se desiderassimo veramente trattare bene i pesci non dovremmo andare a pescare.

Vado a pescare,  cerco di rispettare l'ambiente, e quando torno a casa cerco di non teorizzare nessuno. Almeno credo di provarci, e spero di riuscirci. Vivo di pesca, metto a disposizione la mia conoscenza a chi desidera avvalersene. Sono felice di questo.

 

Grazie  Siro  per aver pensato a me per le "dieci domande a ", e per l'opportunità  che mi hai dato di esprimere la mie opinioni in merito sul tuo gruppo. So di essere spesso scomodo e controcorrente, non brillo per simpatia,  per questo è apprezzata ancora di più la tua richiesta.

Buon lavoro e in bocca al lupo a noi e ai nostri fiumi, ne abbiamo bisogno. Un abbraccio.

 

Luca Castellani .

 

 

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