SCRITTI E IDEE

recensione di Massimo Riccitelli per Mare Amaro


“Mare amaro” di Luigi De Rosa – Recensione di Massimo RiccitelliPrima di leggere “Mare amaro”, ho sempre pensato a Luigi come a un uomo di cielo edi aviazione. Invece mi sbagliavo: è il mare a trasudare prepotente dai pori della suapelle! Ne è talmente innamorato e pervaso, che ogniqualvolta descrive l’universomarino e le sue creature, la sua prosa non ha altra possibilità che quella ditrasformarsi in poesia. Luigi si immedesima a tal punto con pesci, onde e fondali, dafar sì che il lettore, ipnoticamente suggestionato dai suoi racconti, si senta anche luiun po’ pesce, onda, fondale, brezza marina.Ma Luigi De Rosa riesce a fare di più: oltre a stimolare i nostri recettori piùprettamente sensoriali ed emotivi, è anche capace di catturare la nostra attenzionerazionale con una padronanza di particolari tecnici e storici che soltanto un Marinaiovero ed esperto possiede, potendo legittimamente coniugare la poesia di una velagonfiata dal vento con il realismo del grasso e del sudore degli uomini nelle salemacchine delle grandi navi mercantili e da guerra.Luigi è Marinaio con la M maiuscola, che nella vita e nei propri scritti sul mare haapplicato e applica l’equazione Mare = Amore = passione + poesia + fatica + dolore.Nel libro questa equazione traspare con eleganza e rispettosa sapienza, con pazientema dolorosa discrezione: l’essere umano, arbitro spesso inadeguato del confinesottile fra ciò che è bene e ciò che è male, fra ciò che è prevedibile e ciò che non lo è,fra luce e buio, fra vita e morte, l’essere umano può in un attimo far diventare il maretragicamente, cosmicamente amaro.Assolutamente da leggere questi racconti di Luigi De Rosa, uno scrittore che, ognivolta che pubblica qualcosa, ci offre un’opera più bella e matura. Mi piacerebbeleggere in futuro, scrtto da lui, un qualche romanzo storico sulla Marina Italiana: sonoconvinto che riuscirebbe a creare un’opera assolutamente pregevole e originale.