CyberArguti Blog

Riempi il tuo cranio di vino e poesia, prima che si riempia di terra.


Ben trovati CyberArguti visti gli arguti commenti al post precedente mi sembra accertato che il matrimonio, nella vita, è come un duello nel mezzo di una battaglia. Oggi voglio usare questo spazio in modo utilitarista, perché scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle. Ieri ho mollato il lavoro anzitempo e, come tanti, sono andato a casa a guardare la partita di calcio. Sempre come tanti ho gongolato della vittoria della mia nazionale. Poi ho fatto una oziosa passeggiata tra lo sventolante stridio dei tifosi in festa, qualche piacevole telefonata, ho visto un pò di Tv cercando di capirne meglio di Referendum Costituzionale, dei deferimenti di CALCIOPOLI e di cosa centrano le soubrette della Tv con Vittorio Emanuele di Savoia. Comprendendo che nulla di nuovo si aggiungeva alla confusione che già avevo sugli argomenti, mi versai in un ampio ballon a gambo medio un vino rosso maturo e corposo: il migliore che avevo in cantina. Mi spogliai tenendo le mutande ed andai a letto: e mi misi a pensare che viviamo proprio in un gran casino. La gente si aggrappa ciecamente a tutto quello che trova: calcio, matrimoni, una casa da invidia, comunismo, consumismo, macrobiotica, zen, surf, ballo di gruppo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scultura, composizione, direzione d'orchestra, campeggio, yoga, copula, pene d'amore, gioco d'azzardo, alcool, ozio, droga, gelato allo yoghurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, Allah, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumano, si avvicendano e non resta mai niente. La gente deve pur trovare qualcosa da fare mentre aspetta di morire! E' piacevole avere una scelta, nel frattempo: ma io che scelta ho fatto? Ripresi il mio decanter col vino rosso, che intanto si era meglio ossigenato, e me ne versai ancora un pò. Accesi un toscanello aromatizzato alla grappa, fregandomene che il fumo mi fa male e che non si fuma mai a letto. Sistemai il lumino, il cuscino e ripresi tra le mani quel libro di Orazio "Le Satire" che da troppo tempo giaceva inanimato sul comodino e mi misi a leggere, tendo le mutande. Buone scelte CyberArguti. P.S. -Quamquam ridentem dicere verum quid vetat?