CyberArguti Blog

Poesia sulla poesia


Inutile indulgere nel vago, tanto danzo per te mio sultano. "Quando scrivi pensi sempre a qualcuno" - mi hai ripetuto spesso - "non si scrive a tutti sarebbe come farlo per nessuno". In questo clima di citazioni desidero ricopiarti quella poesia sulla poesia, di cui ti parlai, di quell'autore che non ti piace molto. "L'Arguzia non sopravvive in una mente annebbiata, l'Arguto si inebria della luce dell'alba" mi dicesti, quando ti dissi che lo apprezzavo. Pensai ad un sacrilego, ma adesso comprendo che era solo la tua idea di arguzia. Tu mi hai insegnato a osservare la vita mi hai insegnato che nulla è come sembra che le cose non sono mai assolute mutano in continuazione, nulla é per sempre dipende tutto dal tempo di chi le guarda. Mi hai detto che la poesia la trovi scavando sotto la neve e non osservando quello che c'é sopra. Ho provato a rileggerlo Bukowski addomesticando il mio pensiero con il tuo ed utilizzando il ricordo di una favola che mi raccontasti. Quella del bruco e della formica, mi piacque molto, avevi capito subito che erano le giuste parole che volevo in quel tempo. Non a caso sei il Grande Capo Arguto no? E' straordinario il mutare delle emozioni che gli stessi versi mi provocano adesso. Volevo dirtelo. "Una poesia è una città" Una poesia è una città piena di strade e tombini piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi, piena di banalità e di roba da bere, piena di pioggia e di tuono e di periodi di siccità, una poesia è una città in guerra, una poesia è una città che chiede a una pendola perché, una poesia è una città che brucia, una poesia è una città sotto le cannonate le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi, una poesia è una città dove Dio cavalca nudo per le strade come Lady Godiva, dove i cani latrano di notte, e fanno scappare la bandiera; una poesia è una città di poeti, per lo più similissimi tra loro e invidiosi e pieni di rancore... una poesia è questa città adesso, 50 miglia dal nulla, le 9,09 del mattino, il gusto di liquore e delle sigarette, né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade, questa poesia, questa città, che serra le sue porte, barricata, quasi vuota, luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà, i monti di roccia dura, l'oceano come una fiamma di lavanda, una luna priva di grandezza, una musichetta da finestre rotte... una poesia è una città, una poesia è una nazione, una poesia è il mondo... e ora metto questo sotto vetro perché lo veda il pazzo direttore, e la notte è altrove e signore grigiastre stanno in fila, un cane segue l'altro fino all'estuario, le trombe annunciano la forca mentre piccoli uomini vaneggiano di cose che non possono fare. (Charles Bukowski)