CyberArguti Blog

Domenica al mare a costo di morire nel tentare d’arrivare...


L’afa che in città affanna e deprime più del sesso solitario recapita nella testolina di tutti la stessa folgorante idea, ideona, ideissima: mi alzo presto, prendo l’auto e via! Verso il sole e mare e spiaggia e magari magari qualche toples e qualche perizona fuorizona da occhieggiar sott’ecchi...s’abbandonino orsù tutti i settantametriquadri più terrazzino vista cortile e posto auto comprati con il mutuo personale che sembrava un vero affare ma che strangola comunque, si scampi all’afa affannosa, uniamoci in autostrada, diamo vita ad una marcia proletaria verso la agognata e salsedinosa costa dove solo piaceri gioie e giulebbe ci attendono... Così eccomi qui, anche se io al mare non devo andare infilato, malcapitato, in un tratto autostradale che al mare porta insieme a quei tutti di prima. Tutti uniti: liberi pensatori, anticonformisti contorsionisti, single tirati a lucido e mai domi, prolecondizionati, proleprigionieri in un serpentone d’acciaio a pochi eterni kilometri sospesi in un punto senza dimensione tra una Punto con famiglia e pacchi sul portapacchi a denunciare goduriose permanenze marine che pur non valicheranno il giorno ed una linea lunga di altre autoimmobili... quante ore mancheranno all’uscita che proietterà su la playa, dove calienta el sol? Quante canzoni passeranno da radioqualunque ancora? Quanti ancora "eqquantomancapapà" soffiati sudati sul collo dai sedili posteriori occupati dal posteriore della prole? Ma tu all’erta devi stare, coraggiosa sentinella del volante, avanposto della linea che ti segue interminabile, operaio del prima-seconda-terza-fermi, che davanti a te, a venti metri-kilometri all’ora che si fa, danzi il valzèr della corsia, il ballo del diquà e dilà alla ricerca di dove si va, di dove si viaggia, del sorpasso a passo (d’uomo) come fosse volontà crudele di chi ti precede quella d’andare piano come che tu sei l’unico che vuole andare al mare, gli altri invece sono ad un funerale autostradale ad accompagnano il feretro... "eqquantomancapapà?" é il richiamo che vagheggia frequente nell'aria. Poco o tanto, che cambia alla fine...vedo, questi qui della Punto davanti, questi qui della linea a seguire, dove andranno mai, se non al mare pure loro, se non a conquistar la loro primavera ed un kilo di sabbia con cui insozzarsi i tappetini al ritorno ed insaporire fette di cocomero o gelati comprati e subito cascati dall’occupante del posteriore...dove andranno se non a stendere asciugamani sgargianti che sgargiano scritte fuoriluoghissimo tipo ‘’Cabot Cove Yacht Club’’ che dove mai (anzi, dove cazzo) sarà Cabot Cove? E uno Yacht Club che animale mai sarà? Una Mòlotòv, ci tirerei agli asciugamani, alle mani che li stendono e sbattono, agli asciugati amanti che ci stanno sopra ed agli abbronzandi sdraiati... Anche loro, come gli altri, avranno in tasca un biglietto popolare di una delle nazionalpopolari località turistiche delle italiche spiagge, uno di quei regni domenicali dove nidifica incontrastato l'infradito trascinato e panza prominente che spasugìando sul lungomare, stecchino in bocca e signora al fianco che già pregusta la megafrittura ammollata che si smandibolerà in pizzeria, caraffandosi giù per la gola birra fino a ruttar anche l’anima... E in quella coda intrappolato, mi chiedo come mi son trovato tra queste autoimmobili invischiato che io al mare non ci devo andare? Mi guardo intorno e noto la Punto con i pacchi sul portapacchi che si è affiancata. Nel viso di quell'uomo al volante la sua vita chiaramente scorgo, i ricordi gli fanno compagnia lo leggo chiaro il suo pensiero. Lui pensa a quando andava in riva al lago con la Vespa, lui e quella là in prendisole seduta al suo fianco, andavano a pomiciare in un prato, altro che mare alla domenica mattina! Parlavano tra loro, scherzavano e ridevano, lui e quella là, mica radioqualunque, mica code interminabili per portare la famiglia al mare, con la palpebra calante, la fronte di sudore grondante, silenziosi ad ascoltare una radioqualunque gracchiante. Adesso e anche lui intrappolato di Domenica, sudato ma determinato: ad ogni costo andare al mare o morire nel tentare. Ma la colpa alla fine é solo tua mio sconosciuto collega di fila autostradale e di quello schizzo mal centrato di cazzoduro di dieci anni fa che, porcazozza, l’ha messa incinta... ed ecco dove sei finito, trentenni più o meno, lei con sigaretta pendula, pinza nel capello (malcurato) e bamboccio a seguito, mentre in piedi davanti ad una trefuochi della Zoppas comprata anche essa a rate ti soffrigge il soffritto...ed tu sigaretta pendula d’ordinanza, seduto su di un divano (comprato anche esso a rate…e sennò…) sfatto da un lavoro pigro e da una vita impigrita, mano nel capello (che si dirada sempre più), a guardar chissacosa per tivvù... Ma ci arriverete al mare, porcazozza, a costo di morire tutti nel tentar d’arrivare? Dai tieni duro ce la farai, lo conquisterai il postasciugamano e la frittura sfritta e la scottaturabbronzatura...e Domenica prossima sai che c’è? C’è che vi alzate tutti prima e partite all'alba e la coda non ci sarà o ci sarà un po' più in là, parlerete tra voi e riderete e niente radioqualunque novantannovecinque megaertz perché canterete voi tre, e poco mancherà, caro il mio piccolo ‘’eqquantomancapapà’’... Chissà se, d’alzarsi prima fra settegiornisette lo pensa pure il fighettino in bermudatrend dietro di me e la lanciaipsilon che mi sta superando a destra? Ed allora ti do un consiglio amico di disavventura, autista della Punto con i pacchi sul portapacchi, la sigaretta pendula e il "equuantomancapapà" didietro a quella là... voi vi alzerete ancora prima... vedrete che bello che sarà! Buona Domenica al mare CiberArguti.