CyberArguti Blog

Mute vibrazioni


Questo blog mi vede latitante, non c'è dubbio, sento doveroso rispondere a chi si chiede cosa accade. A volte si inciampa in momenti strani, le sensazioni diventano così compresse e complesse che risultano dense, viscose, tanto che l'imbuto che ha il compito di travasare le emozioni in contenitori di parole e frasi non è più in grado di far passare nulla.Mi ritrovo in una epifania che mi svela di essere legato alla realtà in maniera smodata, eccessiva, morbosa... concedendogli di rubarmi sempre più tempo. Questo non significa di aver abdicato dal mio mondo onirico e virtuale, la realtà non ha ucciso i sogni, rinnegato la poesia, asfissiato l'ironia, l'arguto pensiero non è sconfitto, ho solo traslocato il mio complesso percepire in atti più banalmente concreti.Questo mio spazio di introspezione mi manca, lo confesso: mi manca la fitta rete di amicizie virtuali, mi manca quel volersi bene senza un perchè, mi manca l'intrecciarsi delle solitudini, l'escatologico ed ideale interscambio dialettico. Del resto la dimora dell'uomo è nel linguaggio ed in esso si ha la formazione del "topos" dove l'antropologico e l'ontologico si incrociano. Questo poetico dimorare è ciò che mi manca fino a farmi sentire, a volte, come svuotato dalle emozioni provate, come l'ultimo fiato della tromba, come l'ultimo passo prima di arrivare in cima, come la nota di pianoforte subito dopo il silenzio della fine del pezzo, come l'ultimo sguardo prima di salire sul treno, come l'impronta sul letto, il riflesso di una voce, il profumo che persiste addosso, il ricordo della schiuma del mare, il suono di una lingua sconosciuta, le emozioni che forse ho provato o forse solo immaginato. Un riflesso, un'ombra, una vibrazione....Eppure, nonostante questi vuoti io pulso. Eppure penso. Eppure provo. Ma non riesco a dirlo, impantanato negli appiccicosi avvenimenti della vita.Calarsi troppo nella realtà, in fondo, è come non essere... ma mi affascina e mi compete questa mistica sfida dell'essere con il non essere.Pensateci diletti arguti, noi siamo davvero solo quando non siamo, quando latitiamo e trasgrediamo le rigide regole della realtà... che ci costringono.La potenzialità delle cose. Il non finito. I desideri. I sogni. L'inspiegabile. I segreti racchiusi in uno scrigno di cui si è smarrita la chiave... questo conservo della mia esperienza qui.. ma tutto scorre è questa forse la dannazione dell'esistere... o la benedizione. Che tutto scorre, implacabile, e non c'è modo di fermare nè di fermarsi, è la condizione della vita.Ma.. nonostante tutto, nel profondo di me , come in ognuno di noi, esiste sempre una zona incantata. La magia di poter vivere sensazioni inspiegabili anche senza possederle. Sensazioni che si vivono e basta.La forza, la bellezza, la potenza della magia sta la. Nell'esistere dentro. Nell'essere una vibrazione e non parola, non suono.Perchè una perla non è meno bella se non viene trovata, lavorata, indossata. Un diamante esiste anche se rimane nelle viscere della terra, sotto milioni di tonnellate di roccia. Tutte le sculture del mondo stanno dentro il marmo, sperando di essere tirate fuori da mani guidate da un soffio divino. La magia dell'anima esiste anche se non posseduta, come le perle non trovate, come i diamanti non estratti, come i fiori non colti, come le sculture non scolpite.Una magia, che non desidero affermare, che non riesco a descrivere, che non cerco più di spiegare... ma che lascio che scorra... vibrando muta!Vibrazioni... che continuo a vivere, in silenzio, intimamente, solitarie... mentre mi lascio seviziare dalla realtà.Questo è ciò che accade!