CyberArguti Blog

909


Domani ricorre una data strana per me.Vorrei un po' di collaborazione mentre mi leggete. Vi chiedo solo di cantare. Non c'è bisogno di farlo a voce alta o con intonazione, non ambisco ad un karaoke, basta seguire nella mente metrica e melodia. Ciò che leggerete, lo conoscete perfettamente, sono parole scritte nel DNA di un paio di generazioni almeno, atmosfere familiari, che evocano e curano alcuni effetti collaterali dell'anima.La data strana... si certo... ho esordito con questo!  In quella data le emozioni di un ragazzo si schiantarono contro il muro della consapevolezza sacrificando per sempre l'euforia. Mi trovai senza rendermene conto in una dimensione non mia, forse semplicemente non adatta a me. Eppure un desiderio grande si stava per realizzare... ma a quale prezzo?Mi chiedo e vi chiedo qual'é il giusto prezzo per un desiderio? E' giusto sacrificare se stessi per un desiderio? Fino a che punto un desiderio diventa bisogno?Il 9 settembre (909) di 10 anni fa. Come per effetto di un oscuro disegno, una combinazione, una coincidenza... un'improvvisa presa di coscienza... iniziarono a dissolversi le emozioni, per dar spazio a nuove sensazioni.... ma non parlo di quelle emozioni che, con infinita presunzione, cerco di spacciare io qui ed altrove... le EMOZIONI per eccellenza quelle che hanno scandito la crescita di una generazione, la colonna sonora del cammino verso l'infausto destino di dover essere uomini concreti e giusti.Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poiritrovarsi a volaree sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltareun sottile dispiacereE di notte passare con lo sguardo la collina per scopriredove il sole va a dormireDomandarsi perche' quando cade la tristezzain fondo al cuorecome la neve non fa rumoree guidare come un pazzo a fari spenti nella notteper vederese poi e' tanto difficile morireE stringere le mani per fermarequalcosa chee' dentro mema nella mente tua non c'e'Capire tu non puoitu chiamale se vuoiemozionitu chiamale se vuoiemozioniUscir dalla brughiera di mattinadove non si vede ad un passoper ritrovar se stessoParlar del piu' e del meno con un pescatoreper ore ed oreper non sentir che dentro qualcosa muoreE ricoprir di terra una piantina verdesperando possanascere un giorno una rosa rossaE prendere a pugni un uomo soloperche' e' stato un po' scortesesapendo che quel che brucia non son le offesee chiudere gli occhi per fermarequalcosa chee' dentro mema nella mente tua non c'e'Capire tu non puoitu chiamale se vuoiemozionitu chiamale se vuoiemozioni.(Emozioni da Emozioni)Lucio è morto il giorno della mia consapevolezza, ma ancor oggi mi chiedo se non è stata la notizia della sua morte a generare quella consapevolezza. Simbolicamente moriva un epoca, veniva meno una certezza se pur legata all'effimero delle canzonette, un punto di riferimento, un intimo ed armonico spazio dove ritrovarsi. Lucio moriva senza clamore, lasciando un vuoto che nessuno ha mai saputo colmare.Aver paura d'innamorarsi tropponon disarmarsi per non sciupare tuttonon dire niente per non tradir la menteè un leggero dolore che però io non so più sopportare.Non farsi vivo e non telefonareparlar di tutto per non parlar d'amorecercar di farsi un po' desiderare è proprio un vero doloreAbbandonarsi senza più timori senza fede nei falliti amorie non studiarsi ubriacarsi di fiduciaper uscirne finalmente fuoriAver paura di confessare tuttoper il pudore d'innamorarsi troppofinger che anch'io le altre donne vedoè un leggero dolor temere di mostrarsi interamente nudoe soffocare la sana gelosiae controllarsi non dirti che sei miavoler restare e invece andare via è proprio un vero doloreAbbandonarsi senza più timori senza fede nei falliti amorie non studiarsi ubriacarsi di fiduciaper uscirne finalmente fuori.(Aver paura d'innamorarsi troppo da Una donna per amico)Lucio non sapeva cantare, era afono, incapace di un DO di petto come si conviene, mediocre chitarrista e ancor meno mediocre come tastierista e batterista. Poco in confronto ai mostri sacri con cui si confrontava, Led Zeppelin, Pink Floyd, Eric Clapton, Genesis e via dicendo... eppure ogni suo disco era un trionfo. I mitici testi del suo fido Mogol a leggerli fuori dal contesto, sono un cumulo di amorosi luoghi comuni, figure retoriche e sdolcinate a volte senza un vero intrinseco... ma musicati ed interpretati da Lucio diventavano semplicemente leggenda. Lucio aveva una personalità ritrosa, forse timido, di certo introverso, fisicità comune un po' banale ma.... e sottolineo ma... assolutamente fuori dal normale in quanto a capacità di interpretare e di innovare. Talento puro, sensibile, capace di filtrare la vita attraverso se stesso, di coglierne gli aspetti più comuni per trasformarli in momenti eccezionali. Per me il suo periodo migliore è quello con Panetta, innovatore più che mai, incompreso come mai.In nessun luogo andaiper niente ti pensaie nulla ti mandaiper mio ricordoSul bordo m'affacciaid'abissi belli assaiSu un dolce tedio a sdraioamore ti ignoraiinvece costeggiaii lungomaiM'estasiai. ti spensieraim'estasiai, e si spostòla tua testa estraneache rotolòCadere la guardairiflessa tra ghiacciaisessanta volte checacciava fuorila lingua e t'abbracciaiDi sangue m'inguaiaiTu quindi come staiSe è lecito che faiin quell'attualitàche pare veraCome stai, ti smemoraiti stemperai e come stala straniera, lei come staSon le coseche pensano ed hanno di tesentimento. esse t'amano e non iocome assente rimpiangono teSon le cose prolungano teLa vista l'angolaidi modo che tu maientrassi col viavaidi quando seidolcezza e liturgiaorgetta e leccorniaLa prima volta cheti vidi non guardaida allora non t'amaitu come stai (ah come stai)Rimpiangono teson le cose, prolungano tecerte cose.(Le cose che pensano da Don Giovanni)Infinite emozioni, nelle sue canzoni, ne potrei citare un'infinità tutte egualmente vibranti... Lucio non è morto è morto il suo corpo ma lui vivrà sempre... almeno in me.Ciao impalpabile amico e maestro, da te ho imparato a guardare dove tutti guardano ma a vedere ciò che pochi vedono.I giardini di marzo si vestono di nuovi colorie le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amoricamminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "tu muorise mi aiuti son certo che io ne verrò fuori"ma non una parola chiarì i miei pensiericontinuai a camminare lasciandoti attrice di ieri.Che anno è che giorno èquesto è il tempo di vivere con tele mie mani come vedi non tremano piùe ho nell'animain fondo all'anima cieli immensie immenso amoree poi ancora ancora amore amor per tefiumi azzurri e colline e prateriedove corrono dolcissime le mie malinconiel'universo trova spazio dentro mema il coraggio di vivere quello ancora non c'è.(I giardini di marzo da Il Sogno)... ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è!P.S. se qualcuno ha a cuore altre liriche ci sono sempre i commenti per aggiungerne.