CyberArguti Blog

Un posto


Un posto, il mio posto. Un'immensa distesa di cielo adagiato sulla terra. La stessa enorme quercia squarciata dalla forza del cielo, che vive sfregiata ma maestosa nonostante la sua tragica vicenda. Pietre e terra con arte e fatica disposte a proteggersi dalla natura che le ha generate. Il profilo lontano di case che nascono invece che i funghi, superflue ladre dimore che rubando la scena all'orizzonte. L’incessante rincorrersi degli uccelli nell'aria. L’aria libera di scorrazzare senza ostacoli, di spazzare la terra dalle foglie morte, di spingere il fumo di quel camino ancora più in alto. E' questo il posto.Un posto, lo stesso posto. Sempre uguale eppure così diverso. Con il sole giallo che nuota nell’azzurro del cielo o con grigie nubi che sopprimono la luce del giorno. Con il verde che esplode nella terra e tra i rami o con il colore spoglio e monotonale della terra resa arida dal morso del freddo. Con il tiepido soffio della brezza che sa accarezzare o con il pungente graffio del vento che sa gelare. Un posto, minacciato dal tempo. Lo stesso silenzio. A cui concedere una sosta. A cui regalare i propri pensieri. Terra capace di assorbire le lacrime. Acqua che sa riflettere un sorriso. Solitudine che presta l’orecchio alle mie più intime parole. Scrigno di segreti ed intenti. Lo stesso sasso dove sedermi per sguinzagliare lo sguardo. Non ho mai smesso di tornarci in quel posto. Ne sento il richiamo. Per poter chiedere o per sentire risposte. Per dire grazie. Per raccontare. Per piangere.Un posto, un magico posto.La magia che anestetizza il dolore di ogni mia ferita sanguinante. Di quelle ferite che la gioventù fa sembrare inguaribili e la maturità imperdonabili. Lo strazio che galleggia nell’aria diluendosi nella sua vastità. Il sangue che cola in lacrime sulla terra che, paziente, lo assorbe. Il dolore si frantuma nella stessa roccia che mi accoglie. Il soffio del vento coagula la breccia. I rami della quercia sembravano invitarmi ad un abbraccio. E' sempre così, la magia di quel posto fa nuova pelle che cela le sue cicatrici.Quel posto, è il mio posto. E’ stato quel posto a generarmi, a darmi la vita. Ed in lui mi ricongiungo quando il dolore di vivere incalza. Mi giunge l’abbaiare lontano di un cucciolo festoso. Seguo il volo irregolare di un uccello che gioca planando leggero. Vedo le foglie cadere leggere. Guardo con serenità la natura spogliarsi di tutti i suoi averi, sapendo che tutto rinascerà più rigoglioso e maestoso di prima...  Poi, quando tutto si ferma... posso iniziare a raccontarmi. E lui mi ascolta... paziente, senza mai giudicare. Intanto si fa sera.