CyberArguti Blog

Quando sapevo volare


Anche se la lucidità e la razionalità dell’età adulta me lo vorrebbero impedire, voglio, adesso, raccontarvi di quando da bambino volavo.Riesco ancora a descrivere esattamente le dinamiche e le sensazioni. Non era sempre possibile volare. Bisognava attendere le giornate di giusto vento che non erano affatto frequenti. Ricordo che ogni mattina, mi alzavo e controllavo se ci fosse una brezza promettente. A volte attendevo per settimane e perfino mesi. Alla fine, quel particolare vento arrivava, andavo sulla sommità della discesa e mi fermavo su in cima, allargavo le braccia e correvo veloce, sempre più veloce, fino a sollevarmi. Dapprima con fatica perché avvertivo improvvisamente il peso del mio corpo, ed una fitta di dolore mi attraversava e irrigidiva. Non fu né facile né immediato imparare a sopportare il dolore di esistere e più volte caddi, fino a quando capii che bisognava ignorarlo. Perchè quel dolore in realtà non c'è, è solo la somma dei propri pensieri e dei propri doveri che ci fanno restare pesantemente legati alla terra.I primi voli furono timidi e inesperti. Tentai movimenti simili a quelli delle ali d’uccello, ma non era così che funzionava. Non era possibile contrastare la forza del vento, bisognava assecondarlo e mantenere le braccia aperte e semi rigide. Imparai a farmi trasportare e il vento mi prese con sé. Accarezzava le mie guance e premeva contro le braccia aperte. Mentre volavo e guardavo il paesaggio sotto di me diventare piccolo e lontano, mi liberavo di ogni peso e non parlo di quello corporeo. Era facile a quel tempo volare, era facile lasciare attaccate alla terra le zavorre ed essere davvero ciò che desideravo essere e... volare, libero nell'aria....Sono certo che se frugate nella vostra memoria vi accorgerete che ognuno di voi almeno una volta nella vita si è liberato della forza di gravita ed ha volato.Non so con esattezza quando ho smesso di volare e sinceramente neppure quando ho iniziato. Non so neppure quando ho smesso di considerarlo un ricordo e cominciato a parlarne come di una fantasia. So, però, che nei momenti in cui la razionalità mi abbandona, torna ad essere il ricordo più bello.