Catcher in the rye

ANTHEM FOR LOST SOULS


ANTHEM FOR LOST SOULS Notte. Le dita dei piedi intirizzite. Piovono rane proprio come in quel film di Anderson, non ho poi capito che fine abbia fatto.Il cellulare squilla da ore ma non ho nessuna intenzione di rispondere, la gente mi guarda e fa il gesto del telefono con la mano, io tiro avanti.Sono stato allo Sweetie-O tutto il tempo a bere Singapore Sling mentre un tenente della Marina mi parlava della sua Corvette rossa e quelle filippine sul palco cercavano un marito, preferibilmente bianco.Una donna in tacchi e spacco guarda e sorride, mi avvicino e le dico che vengo dall’Illinois, mi credeva italiano. Inizio a parlare di baseball sino a sfinirla. Mi chiede se voglio andare in camera sua, le dico che l’indomani mattina devo andare al funerale di un mio caro amico, si alza e punta un altro.Vado a ballare, siamo stretti nella pista, una cinese alta cinque piedi mi sussurra qualcosa, io annuisco e le pago da bere. Dice di essere stata a Parigi, le bollicine dello champagne fanno flop flop, mi abbraccia e ride fino a quando le dico che ho lo scorbuto allora mi manda a quel paese. Rimango solo, Joe Romano al bar litiga con uno, sostiene che gli abbia toccato il culo.Ci vorrebbe qualcuno che componesse un inno per queste anime perse.Esco fuori, continua a piovere a più non posso, dalla una pensilina di fronte una ragazza mi fa l’occhiolino e vuole sapere se ho compagnia per la notte.Si’, le rispondo, la tua. Mi segue buona buona fino al parcheggio, la faccio salire in macchina.I tergicristallo non funzionano, domani devo ricordarmi di ripararli.