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SESSANTACINQUE ANNI DOPO...


Sessantacinque anni dopo, nonostante le parole di Giorgio Napolitano, ancora si litiga su chi possa avere il diritto di festeggiare o semplicemente celebrare questa data, sessantacinque anni dopo si tirano ortaggi e uova cercando di colpire qualcuno che all'epoca non era nemmeno nato e non viene ritenuto degno di salire su un palco perchè tacciato di fascismo e intolleranza dando evidente dimostrazione di cosa sia il totalitarismo e l'intolleranza e, ironia della sorte, colpendo proprio uno della loro parte... Sessantacinque anni dopo, a Calcata nella Tuscia Viterbese, c'è un'atmosfera da vecchia festa dell'Unità, uno stereo in piazza urla le note di "Bella Ciao" e di "Fischia il Vento", i soliti freakettoni che fanno parte del paesaggio urbano, una bella mostra con tante foto: I Fratelli Cervi, le Staffette Partigiane, una gigantografia con la copertina dell'"Agnese va a morire", ovviamente nessun accenno a gente come Guido Pasolini o Francesco De Gregori, anche se, ad un tratto, dallo stereo escono le note del pronipote....Sessantacinque anni dopo Nichi Vendola viene intervistato da Fabio Fazio e mi sembrano le uniche parole sensate di tutta questa convulsa giornata, quali alleanze con Fini, esclama con irriverente candore, qui non serve conquistare una stanza dei bottoni! Ha ragione, ha indubbiamente ragione, perchè a parlare non è un politico, ma un poeta e parla con il cuore!