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VIA DA TORPIGNATTARA!?


Torpignattara o Tor Pignattara è un quartiere di Roma che si estende a sud della stazione Termini, delimitato dalla Ferrovia Roma Sulmona, appartenetnte al VI Municipio, praticamente "incastonato" tra la Via Casilina e la Via Tuscolana, inizia con la zona del Pigneto e termina con il Parco dell'Acquedotto Alessandrino. Il nome deriva dalle "teste" delle anfore romane incastonate nel tamburo della cupola del Mausoleo di Elena dette, appunto, pignatte. E'chiaro che ci troviamo in una zona ricca di preesistenze di indubbio valore storico spesso trascurate e confuse dall'agglomerato denso e disordinato di abitazioni e dalle starde perennemente congestionate dal traffico. Qui, un tempo, iniziava la periferia, quella periferia tanto cara a Pasolini, dove il poeta conobbe i fratelli Citti e Ninetto Davoli, dove abitava Tiberio Mitri, il pugile, e dove era possibile incontrare decine di attori "caratteristi", deliziosi "camei" del cinema italiano come Tiberio Murgia, il siciliano gelosissimo della sorella, Claudia Cardinale, nel mitico film "I soliti Ignoti". Gli anni '60 favorirono una cementificazione "selvaggia" dell'intero quartiere con la costruzione di enormi palazzi e centinaia di appartamenti che accolsero decine di famiglie provenienti dalle province a Sud di Roma, in particolare dal Frusinate, visto il collegamento con la Via Casilina e l'intera zona raggiunse una densità impressionante. Oggi, camminando per le strade di quartiere, sembra di essere nei sobborghi di una metropoli Americana o al mercato di Bankok, sentiamo l'odore forte del curry e dello zenzero, ci passano accanto persone dai tratti somatici più disparati, si passa dalle treccine rasta al shari indiano, dal turbante allo chador, o addirittura al burka. Sarà per questo che i tanti romani d'adozione hanno lasciato questo quartiere? Sarà per questo che tanta gente invece di dire abito a Torpignattara si dilunga in incomprensibili precisazioni, in assurde circollocuzioni tanto per non nominare lo storico toponimo? Forse si è passati da un quartiere popolare ad un quartiere di poveri, di immigrati in difficoltà, di umanità troppo variegata, ma in fondo, non è sempre stato così? I nuovi arrivati non parlano più dialetto ciociaro, ma qualche strano idioma senegalese ed incutono un certo timore, l'odore dei formaggi di campagna è stato sostituito dall'aroma intenso delle spezie ed è difficile abituarsi, ma che senso ha lasciare per sempre una zona così ricca di storia popolare e non per rifugiarsi in un anonimo comprensorio fuori del Grande Raccordo Anulare? Certo un conto è passeggiare per le vie del Pigneto o per Via di Torpignattara quasi come un turista, ben altro sarebbe viverci, ben altro sarebbe avere un figlio costretto a frequentare la locale scuola pubblica con decine di compagni che non parlano l'italiano e che arrivano a scuola accompagnati dall'assistente sociale. Ma non è qui che è nato e cresciuto il calciatore Liverani? Si ed è figlio di un Italiano e di una Somala, solo che è successo molto tempo fa e Torpignattara era davvero come un paese, alcuni "anziani" del posto ricordano ancora i pianti della nonna del calciatore che diceva:"Nun ce posso pensà, mi fijo co na negra!". Non era razzista Nonna Liverani, era solo spaventata, sorpresa, oggi forse non si potrà nemmeno sentire quel pianto, perchè gli Italiani vanno via, via da Torpignattara!