Catholic Mind

La parola della Domenica...


II Domenica T.O. - Anno A - 19 Gennaio 2011Prima Lettura: Isaia 49,3.5-6Salmo: 39Seconda Lettura: 1 Corinzi 1,1-3Vangelo: Giovanni 1,29-34  Quell’Amore che non teme la croceNel brano evangelico di questa domenica (Gv 1,29-34) troviamo una professione di fede in Cristo che si articola in tre affermazioni: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo» (1,29); «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba e fermarsi su di Lui» (1,32); è «Il Figlio di Dio» (1,34). L'affermazione che ritengo più importante è la prima: Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo». C'è chi vede, sullo sfondo di questa immagine, l'agnello pasquale di cui si parla nel libro dell'Esodo (12,1-28). C'è chi vede un riferimento all'offerta quotidiana di un agnello al tempio (Es 29,38-46). C'è chi, infine, vede nell'Agnello di Dio il Servo del Signore di cui parla Is 53,7. Quest'ultimo riferimento mi sembra il più significativo. L'Agnello è l'immagine di un'obbedienza e di un amore che vanno fino alla Croce. L'Agnello è l'immagine del Servo di Dio che prende su di sé – togliendolo – il peccato del popolo. Il verbo che Giovanni usa significa «portare», «prendere sulle proprie spalle» e insieme «togliere via». Tutti e due i significati sono presenti. I motivi particolarmente sottolineati da Is 53 sono: l'innocenza del Servo e la sua solidarietà con i peccatori. I due motivi sono presenti nel gesto stesso di Gesù che viene a farsi battezzare: Egli non prende le distanze dal popolo peccatore, ma si confonde con esso, pur nella consapevolezza della propria innocenza e della propria origine divina. Così l'incarnazione prende tutto il suo rilievo: intesa non solo come un farsi uomo, ma come piena solidarietà con gli uomini e la loro storia. La proclamazione del Battista: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo» ha sullo sfondo il quarto canto del Servo del Signore. La prima lettura scelta dalla liturgia è però un altro testo, e cioè il secondo canto del Servo del Signore (49,3-6). Anche qui troviamo alcuni tratti che precisano ulteriormente la fisionomia di Gesù e della sua missione. Il Servo prende la parola per illustrare la propria elezione, la sua funzione di predicatore e le difficoltà che incontra nella sua attività. Il suo compito è di radunare Israele e di essere mediatore di salvezza per tutti gli uomini. Ritornano temi noti: la gratuita elezione da parte di Dio (amato sin dal seno materno), una missione di annuncio e liberazione, con dimensione universale. Il Servo è umiliato con il suo popolo (schiavo dei tiranni, in esilio), ma sarà pure glorificato in mezzo al suo popolo di fronte a tutte le nazioni. Don Bruno Maggioni (Biblista)Fonte: www.pastoralespiritualita.it