CattiveStrade

Riflessioni di un borghese molliccio


Supponiamo che alla Fine non ci sia veramente nulla e che tutto cio’ che abbiamo investito si riveli tragicamente inutile, con l’aggravante di aver visto morirci l’una dietro l’altra tutte le persone care, quelle per cui abbiamo sorriso, pianto, vissuto.Quello e’ l’aspetto peggiore della questione, quello che da contenuto all’etichetta “TRAGICITA’” che tanto mi piace accostare spesso alla Vita, quando mi ci trovo a riflettere.Di RIDICOLO ce ne e’ altrettanto, se teniamo conto che – sempre IPOTIZZANDO che alla fine non ci sia veramente nulla che compensi i nostril sforzi – mille futili, stupide battagliucce ci distolgono l’attenzione da cio’ che merita veramente di reputarsi importante.E allora, dando per scontato cio’ che si fa ? C’e’ chi tutto cio’ non lo da troppo per scontato, e prova a CREDERE in qualcosa, spesso religioni o idelogie, che ci spronano ad andare avanti.Nonostante io sia molto critico verso queste forme di sovrastrutture umane, allo stesso tempo le rispetto molto perche’ sono forse i mezzi piu’ credibili che l’uomo ha a sua disposizione per non abbandonarsi ad un nichilismo disperato.Il nichilismo ( cioe’ il suppore il nulla finale, svuotando di senso la Vita) ce l’abbiamo tutti in dosi diverse: c’e’ chi lo combatte credendo in Qualcosa, chi ci si abbandona, e in entrambi i casi ci sono diversi livelli di consapevolezza.C’e’ il nichilismo ottuso, gretto e stupido dei materialisti che vivono come larve, succhiando il lato piu’ superficiale della vita, fottendosene di tutto il resto, privi di aneliti, beffandosi arrogantemente di chi prova a trovare un Senso al tutto.C’e’ chi, senza arroganza, al nichilismo si abbandona per vigliaccheria, o semplicemente per debolezza umana, autodistruggendosi ( chi si droga )o sempliceemente lasciandosi andare.C’e’ chi arriva in questa terribile condizione anche attraverso strade molto spesso tragiche e  nobili, passando per esperienze terribili, o semplicemente votando la propria esistenza ad una ricerca coraggiosa e critica della conoscenza.C’e’ chi al contrario, prescindendo se consapevolmente o inconsapevolmente, al nichilismo non si vuole abbandonare decidendo semplicemente di CREDERE .A volte e’ un semplicistico corollario di ingénue e patetiche illusioni ( come la maggior parte dei ragionamenti umani, pervasi di autoinganni), a volte passa comunque da un difficile e tormentato lavoro interiore.Quello di CREDERE e’ forse l’unico mezzo che l’uomo ha per rispondere al meglio alla tragicita’ intrinseca dell’esistere, sempre premettendo la validita’ della mia ipotesi iniziale.Ora veniamo un po’ al SODO DELLA QUESTIONE, ovverossia cosa mi porta a fare tutte queste belle riflessioni e su quail premesse le baso.La risposta e’ triste, perche’ a portarmi a riflettere in codesta maniera non sono chissa’ quali esperienze di dura vita, ma tutti quei momenti di scazzo, che io borghesuccio viziato, non riesco a gestire degnamente e reagisco in questa maniera, provando a dare una dignita’ proprio a quell NICHILISMO che tanto accuso, di cui tanto parlo, e che TANTO PERVADE ANCHE ME.Le mie riflessioni potrebbero anche essere alquanto profonde, se almeno mi fossi GUADAGNATO il diritto di farle. Ma non e cosi’.E allora, per sfuggire a questa triste condizione ( perche’ e’ triste la condizione di questo stato di pseudo-consapevolezza che penso di avere senza aver pagato mai chissa’ quale prezzo nella mia agiata vita) non rimane che seguire proprio le strade che io stesso reputo valide per non abbandonarsi al nichilismo, ovverossia CREDERE ma con un’importante variabile supplementare e decisiva : sapere nel frattempo prendere al vita con quel DISINCANTO che basta per poterne RIDERE.Questo lo reputo fundamentale, ancora piu’ del credere, perche’ finendo solo col credere, si rischia di battagliare tutta la vita a vuoto e rendersene conto solo all’ultimo non e’ il massimo del piacere.Diciamo che gia’ c’e’ una grossissima possibilita’ che questo accada, ma perlomeno vorrei provare fino all’ultimo a non sottomettere mai la mia coscienza critica a quell grande inganno che io reputo sia la vita.Combattere come se avesse un senso e’ il primo obiettivo che cerchero’ di portare avanti, ma quello piu’ difficile sara’ mantenere e costruire in me quell’Ironia tale che spero all’ ultimo mi possa far morire senza troppa disperazione.E a tal proposito , spesso ci penso su come mi piacerebbe morire. Mi piacerebbe morire come mio nonno, che coerente fine all’ultimo, si e’ presso beffe della Morte cosi’ come ha sempre fatto della Vita.Di fronte a quel suo gesto cosi’ pagano – che mi e’ stato raccontato da mia zia – ogni volta mi si riempie il cuore di lacrime.Mi piacerebbe morire cosi’, possibilmente con lo spirito  di questa canzoneQuando la morte mi chiameràforse qualcuno protesteràdopo aver letto nel testamentoquel che gli lascio in ereditànon maleditemi non serve a nientetanto all'inferno ci sarò giàai protettori delle battonelascio un impiego da ragioniereperché provetti nel loro mestiererendano edotta la popolazionead ogni fine di settimanasopra la rendita di una puttanaad ogni fine di settimanasopra la rendita di una puttanavoglio lasciare a Bianca Mariache se ne frega della decenzaun attestato di benemerenzache al matrimonio le spiani la viacon tanti auguri per chi c'è cadutodi conservarsi felice e cornutocon tanti auguri per chi c'è cadutodi conservarsi felice e cornutosorella morte lasciami il tempodi terminare il mio testamentolasciami il tempo di salutaredi riverire di ringraziaretutti gli artefici del girotondointorno al letto di un moribondosignor becchino mi ascolti un pocoil suo lavoro a tutti non piacenon lo consideran tanto un bel giococoprir di terra chi riposa in paceed è per questo che io mi onoronel consegnarle la vanga d'oroed è per questo che io mi onoronel consegnarle la vanga d'oroper quella candida vecchia contessache non si muove più dal mio lettoper estirparmi l'insana promessadi riservarle i miei numeri al lottonon vedo l'ora di andar fra i dannatiper rivelarglieli tutti sbagliatinon vedo l'ora di andar fra i dannatiper rivelarglieli tutti sbagliatiquando la morte mi chiederàdi restituirle la libertàforse una lacrima forse una solasulla mia tomba si spenderàforse un sorriso forse uno solodal mio ricordo germoglieràse dalla carne mia già corrosadove il mio cuore ha battuto un tempodovesse nascere un giorno una rosala do alla donna che mi offrì il suo piantoper ogni palpito del suo cuorele rendo un petalo rosso d'amoreper ogni palpito del suo cuorele rendo un petalo rosso d'amorea te che fosti la più contesala cortigiana che non si dà a tuttied ora all'angolo di quella chiesaoffri le immagini ai belli ed ai bruttilascio le note di questa canzonecanto il dolore della tua illusionea te che sei per tirare avanticostretta a vendere Cristo e i santiquando la morte mi chiamerànessuno al mondo si accorgeràche un uomo è morto senza parlaresenza sapere la veritàCHE UN UOMO E' MORTO SENZA PREGARE,FUGGENDO IL PESO DELLA PIETA'cari fratelli dell'altra spondacantammo in coro giù sulla terraamammo tutti l'identica donnapartimmo in mille per la stessa guerraquesto ricordo non vi consoliquando si muore si muore si muore soliquesto ricordo non vi consoliquando si muore si muore soli.