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Stiamo lavorando per voi


Stazione ore 17.30. Sono al binario numero 3 in attesa del treno per tornare a casa, dopo una giornata in ufficio. Si avvicina timidamente un ragazzo, e mi chiede se può sottopormi un questionario per valutare il gradimento del servizio offerto. Ha il tesserino di riconoscimento delle Ferrovie dell Stato, cartella in mano piena di fogli con questionari già compilati, ho anche avuto modo di carpire qualche domanda che aveva fatto precedentemente ad alcune ragazzine sedute vicino a me. Decido che posso fidarmi e dico “Ok”. Il giovane è straniero, impacciato nei modi e ancora più nell’uso dell’italiano, mi sa tanto di universitario che per mantenersi agli studi svolge indagini per grandi aziende. Insomma, fa tenerezza (mi sarà rimasto appiccicato addosso qualche rimasuglio di bontà natalizia) e mi va di aiutarlo a svolgere bene il suo compito. Comincia con le domande, a cui devo rispondere dando una valutazione da uno a dieci, e in una manciata di minuti l'intervista è finita. Ma la gaffe (sua) è dietro l'angolo: “Per concludere il sondaggio devo farle una domanda un po’ delicata” - dice - “Anno di nascita?”Ommmerda!, penso, evidentemente devo sembrargli una vecchia ciabatta se si è fatto remore nel chiedermi l'età. Con le studentesse di prima non ha avuto lo stesso timore reverenziale quando ha chiesto l'anno di nascita… Ocio bimbo che se prima m'ispiravi tenerezza sei già sulla buona strada per ispirarmi un bel vaffanculo!”. Il baldo giovine capisce dal mio sguardo cosa sto pensando e s'affretta a segnare sul foglio "1974", ringraziandomi per la disponibilità. Dopo di che si guarda attorno per individuare un altro soggetto da intervistare e tra le decine di persone a disposizione, s’indirizza verso un vecchietto che avrà – ad occhio e croce – circa 80 anni e sembra in tutto e per tutto uno di quegli anziani che si spostano dalla campagna alla città due volte all’anno e quando lo fanno indossano, per l'occasione, le scarpe buone e il vestito della festa.Penso: “Questa non me la voglio proprio perdere”, e mi appresto a seguire la scena.Da qui in avanti ha avuto luogo un dialogo più surreale di un film di Bonuelle.Giovine: “Buonasera, lavoro per le ferrovie dello stato”Vecchietto: “Ah è un controllore! Le faccio vedere subito il biglietto”Caustica_mentepensiero: “Cominciamo bene!”G: “No, no, non sono un controllore! Le spiace se le faccio qualche domanda per valutare il livello di gradimento sui servizi offerti dalle ferrovie dello stato?”V: “Eh?!”G: “Posso farle un questionario sulle ferrovie dello stato”V: “Sì, chiedi pure!”G: “Bene. Allora da uno a dieci deve darmi un giudizio…”V: “Dieci!”C_mp: “Ho vinto qualche cosa?!”G: “No aspetti. Deve esprimere il suo gradimento per ognuna delle domande...”V: “Quale domanda?”G: “Ancora non le ho fatto nessuna domanda”V: “…”G: “Da uno a dieci: come giudica la puntualità dei treni?”V: “Come?!”G: “La puntualità”V: "Io sono sempre puntuale!”G: “Non lei, il treno.”V: “Ma, bho, è puntuale. Però stamattina è arrivato con dieci minuti di ritardo”C_mp: “Viva la coerenza!" G: “Da uno dieci: come giudica i tempi d’attesa tra le coincidenze e i cambi treno?”V: “Non devo cambiar treno, devo prendere proprio questo!”C_mp: "Dì la verità nonno, lo stai prendendo per il culo!"G: “Da uno a dieci: come giudica i tempi di durata del viaggio?”V: “Bho, ci metterà mezz'ora, quaranta minuti.”C_mp: "Non ne vuol proprio sapere, il nonno, di dare una valutazione da uno a dieci”Il ragazzo lancia verso la mia direzione uno sguardo supplichevole. Probabilmente sta valutando se continuare con il questionario o se dargliela su. Ma, imperterrito, pone un'altra domanda.G: “Da uno a dieci: quanto considera sufficiente il numero di fermate effettuate dal treno?"V: "Come?!"G: "Le fermate"V: "Ah, io prima di scendere ho tre fermate!"G: "Da uno a dieci dia una valutazione sui livelli di comfort offerto a bordo del treno"V: "Eh!?!?!"G: "Comfort!!!"V: "Aaah sì sì!! Va forte. Viaggia come una scheggia!” Dopo questa chicca di risposta (in perfetto dialetto bolognese) il questionario non è nemmeno a metà, ma il baldo giovine s’arrende depone le armi, accetta la sconfitta, china il capo e s’affretta a chiedere l’anno di nascita al nonno, che, peraltro, nemmeno in questo caso risponde con la formula esatta, ma dice tutto tronfio: “Ho 86 anni!”, quindi il ragazzo dovrà pure farsi i conti da solo per scoprire quando è nato il vecchietto.