Caverna di Platone

Post N° 8


Entro nel reparto di Neurologia e mi dirigo verso la sua stanza. Appena prima della porta si sente quel tipico odore forte di disinfettanti ed aria ferma. Le spondine del letto sono alzate e Alexander è messo supino sul letto. Cadaverico. Alimentato da un sondino naso-gastrico.La muscolatura del viso è flaccida, la bocca semiaperta e la punta della lingua è a penzoloni tra i denti. La sua pelle nera è secca e si lacera facilmente, troppo disidratata.Quando entro mi posiziono davanti il suo volto, a mezzo metro di distanza.I suoi occhi azzurrissimi si muovono e con lo sguardo mi aggancia.Io gli dico "Buongiorno Alexander" e lui alza le palpebre.Mi ha salutato.Gli chiedo se anche oggi ha voglia che lo mobilizzi un pò, lui alza le palpebre. Sì.Inizio a muoverlo e gli faccio sentire il suo volto con la mano...chissà da quanto tempo non taccava il suo viso.Iniziano a scendere lacrime dagli occhi.Gli accarezzo il viso: "coraggio, è difficile, lo so. Non è semplice, non è affatto semplice."Sbatte due volte le ciglia. E' un no. Per lui non è affatto facile.Sono lì per aiutarlo ma non so nemmeno se vuole continuare a vivere il suo ergastolo dentro il suo corpo.Alexander è sempre lì, rinchiuso in sè stesso con la condanna del locked-in.