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IN INDIA PER CONTINUARE GLI INTERVENTI

Post n°53 pubblicato il 19 Aprile 2015 da mrgreco46
 
Foto di mrgreco46

RIPRENDERE GLI INTERVENTI IN INDIA, SI PUO' !
Da alcuni mesi stiamo discutendo questa possibilità di riprendere il Programma India, per completarlo e, se possibile, ampliarlo.
All'Orfanotrofio di Nirmala Nagar ad esempio, sarebbero da realizzare dei padiglioni destinati a Scuole Professionali Artigianali.
Servono si i finanziamenti ma serve anche avere un Programma di Scuole Professionali vere e proprie, per non impantanarsi in esperienze senza un progetto definito.
Ma, detto questo, serve qui, soprattutto, un Nuovo Gruppo Responsabile che si attivi in direzioni diverse per coinvolgere il massimo possibile di persone, singole o aziende.
La presentazione di un Nuovo Progetto, diventa però indispensabile al fine del successo del coinvolgimento.
Le dozioni a distanza (da riprogrammare ex novo) sono un altro settore nel quale si può operare con buone probabilità di successo.
Un Viagghio in India del Nuovo Gruppo, è altrettanto utile al fine di dare a tutti i nuovi componenti la giusta carica per operare consecutivamente.
Chi mai fosse personalmente interessato, si faccia sentire:
3

38 44 88 5045 Mario (cccp1946@virgilio.it)

 
 
 

TORNARE IN INDIA SI PUO'

Post n°52 pubblicato il 10 Dicembre 2014 da mrgreco46
 

Ciao a tutti gli amici del tempo che fu !
Sono sparito per un lunghissimo tempo, ma mi tyrovate ogni giorno sul sito www.casacomunecampanile.it, sul quale scrivo e discuto un po' di tutto.-
Ho in mente comunque di riprendere le attività associative relative all'INDIA e agli impegni del vecchio Gruppo India ormai sciolto definitivam,enmte.
Vedremo come andrà sta nuova esperienza.
BUON NATALE E BUON 2015

 
 
 

CRISI DI ALIMENTARI ? NO, è solo speculazione !

Post n°51 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da mrgreco46
 

La denuncia di Benedetto XVI:
denutrizione colpa non della mancanza di cibo, ma delle politiche dei governi
CITTA' DEL VATICANO - Critica la globalizzazione, che con le sue distorsioni può essere una seria minaccia allo sviluppo e ad una seria lotta alla povertà e alla denutrizione. E punta il dito contro l'aumento delle campagne di riduzione delle nascite e degli aborti nel mondo, considerati uno «sterminio di milioni di bambini non nati». Papa Benedetto XVI , come di consueto, diffonde in anticipo il suo messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio e invita a guardare con occhi più critici alla crisi alimentare che attanaglia diversi Paesi poveri del mondo, determinata «non tanto da insufficienza di cibo» quanto da «fenomeni speculativi» e da «carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze».
«GOVERNARE LA GLOBALIZZAZIONE» - Il testo - indirizzato anche ai capi di Stato e di governo e intitolato «Combattere la povertà, costruire la pace» - si sofferma su una globalizzazione che definisce «ambivalente» e che per questo deve essere «governata con oculata saggezza». In questo contesto «sviluppo e cooperazione internazionale» non sono solo «questioni tecniche»: «la lotta alla povertà ha bisogno di uomini e donne». Perché il rischio è che il mondo dei ricchi diventi una «casa dorata» ma circondata dal «deserto e dal degrado». Il pontefice ha ricordato che «nell'attuale mondo globale è sempre più evidente che si costruisce la pace solo se si assicura a tutti la possibilità di una crescita ragionevole: le distorsioni dei sistemi ingiusti infatti priva o poi presentano il conto a tutti». «La globalizzazione - ha aggiunto - va vista come una occasione propizia per realizzare qualcosa di importante nella lotta alla povertà e per mettere a disposizione della giustizia e della pace risorse finora impensabili». Sulla scia dei predecessori, il Papa ha affermato con forza che «la globalizzazione da sola è incapace di costruire la pace e, in molti casi, anzi crea divisioni e conflitti; essa rivela piuttosto un bisogno: quello di essere orientata verso un obiettivo di profonda solidarietà che miri al bene di ognuno e di tutti».

«STERMINIO DI BAMBINI» - «Benedetto XVI ha però puntato anche il dito contro la denatalità di alcune nazioni e denuncia come siano in atto «campagne di riduzione delle nascite, condotte a livello internazionale, anche con metodi non rispettosi nè della dignità della donna nè del diritto dei coniugi a scegliere responsabilmente il numero dei figli e, spesso, cosa anche più grave, non rispettosi neppure del diritto alla vita». «Tra le Nazioni maggiormente sviluppate - ha scritto ancora il Papa - quelle con gli indici di natalità maggiori godono di migliori potenzialità dei sviluppo. In altri termini la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà». Per questo gli aborti e la contraccezione forzata non sono visti dal Vaticano come un elemento di progresso: «Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani».
AIDS E RICATTI MORALI - Il Papa ha sottolineato anche l'emergenza legata a malattie pandemiche quali malaria, tubercolosi e Aids in talune zone del mondo. «I tentativi di frenare le conseguenze di queste malattie sulla popolazione non sempre raggiungono risultati significativi. Capita, inoltre, che i Paesi vittime di alcune di tali pandemie, per farvi fronte, debbano subire i ricatti di chi condiziona gli aiuti economici all'attuazione di politiche contrarie alla vita». «È soprattutto difficile combattere l'Aids - ha affermato Benedetto XVI - se non si affrontano le problematiche morali con cui la diffusione del virus è collegata. Occorre innanzitutto farsi carico di campagne che educhino specialmente i giovani a una sessualità pienamente rispondente alla dignità della persona; iniziative poste in atto in tal senso hanno gia dato frutti significativi, facendo diminuire la diffusione dell'Aids». Inoltre, secondo il Pontefice, «occorre mettere a disposizione anche dei popoli poveri le medicine e le cure necessarie; ciò suppone una decisa promozione della ricerca medica e delle innovazioni terapeutiche nonchè, quando sia necessario, un'applicazione flessibile delle regole internazionali di protezione della proprietà intellettuale, così da garantire a tutti le cure sanitarie di base». 

 
 
 

OPULENZA E.... FAME NEL MONDO

Post n°50 pubblicato il 09 Dicembre 2008 da mrgreco46
 
Foto di mrgreco46

Fallito l'obiettivo del millennio
dimezzare la fame nel mondo:
NDR: Non smetteremo mai di richiamare l'attenzione della nostra Società Opulenta sulle miserie che governano il Mondo affamato.
By Mr Greco 46
A pagare la crisi economica saranno i più poveri del mondo. Il numero di coloro che soffrono la fame dal 2007 è aumentato di 40 milioni, passando, da 923 a 963 milioni di persone e con la crisi c'è il rischio di dover rivedere presto questo numero al rialzo. Questa è la previsione del 'Rapporto sullo stato dell'insicurezza alimentare 2008' presentato oggi alla Fao.
 L'obiettivo del Millennio di dimezzare la fame entro il 2015 appare ormai irraggiungibile, se si pensa che proprio la Fao aveva annunciato, pochi mesi fa, che il numero degli affamati, a causa dell'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari, era aumentato di 75 milioni tra il 2005 e il 2007, il peggior incremento mai registrato fino a quel momento.
LA POLITICA. "Ci vuole volontà politica per raggiungere l'obiettivo del Millennio - ha detto il direttore generale della Fao Jaques Diouf - sono necessari 30 miliardi di dollari all'anno per raddoppiare la produzione agricola mondiale ed eliminare la crisi, stiamo parlando di un investimento pari all'8% dei finanziamenti destinati all'agricoltura nei Paesi Ocse, se teniamo presente questo paragone mi sento di dire 'yes we can', possiamo farcela". Il tempo però stringe, al 2015 mancano solo sette anni e si sta per raggiungere un nuovo record: un miliardo di persone che soffre la fame e la causa resta sempre l'aumento dei prezzi alimentari. "L'attuale crisi finanziaria ed economica in corso - avverte Diouf, che invita la comunità internazionale a non dimenticare la crisi alimentare, - potrebbe far lievitare ulteriormente la cifra delle persone che soffrono la fame. Invito la comunità internazionale a non interrompere le loro donazioni". Dal vertice internazionale sull'emergenza cibo, tenutosi a giugno si era raggiunta quota 11 miliardi di finanziamenti. "Io non li ho ancora visti - ha aggiunto Diouf - ma sono stati promessi e sono solo una goccia rispetto a quello che il mondo spende ogni anno per le armi o per l'agricoltura nei Paesi sviluppati".

LA DOMANDA. Le conseguenze della crisi, a partire da una domanda ridotta nei Paesi sviluppati, secondo la Fao minaccia i redditi dei Paesi in via di sviluppo attraverso le esportazioni. Sono a rischio le rimesse di denaro, gli investimenti privati e gli aiuti pubblici allo sviluppo. Nei Paesi in via di sviluppo il calo dei prezzi non ha portato il sollievo sperato e non si è rivelato un'opportunità per i produttori. I prezzi dei principali cereali sono calati di oltre il 50% rispetto al picco raggiunto agli inizi del 2008 ma rimangono alti rispetto agli anni precedenti. L'indice Fao dei prezzi alimentari, nell'ottobre 2008 era ancora un 20% più alto rispetto all'ottobre 2006. E con i prezzi delle sementi e dei fertilizzanti più che raddoppiati rispetto al 2006 i contadini poveri non hanno potuto aumentare la produzione, mentre gli agricoltori più ricchi nei Paesi sviluppati sono riusciti a espandere le semine. La produzione cerealicola dei Paesi sviluppati, infatti, è probabile che aumenti di almeno il 10% nel 2008 ma l'aumento nei Paesi in via di sviluppo potrebbe non essere superiore all'1%. Secondo il rapporto Fao, la maggioranza delle persone sottonutrite vive nei Paesi in via di sviluppo. Nell'Africa sub-sahariana una persona su tre, vale a dire circa 236 milioni è affetta da fame cronica. La Repubblica Democratica del Congo, da sola, ha guidato l'incremento a causa della situazione di conflitto, facendo aumentare la percentuale delle persone che soffrono la fame nel Paese, dal 29 al 76%.
09/12/2008 15:04

 
 
 

UN PENSIERO OGNI GIORNO PER NON DIMENTICARE

Post n°49 pubblicato il 09 Dicembre 2008 da mrgreco46
Foto di mrgreco46

La Fao: il mondo ha sempre più fame
I senza cibo sono 963 milioni.
Secondo l'ultimo rapporto, gli affamati sono quaranta milioni in più dell'anno scorso
ROMA - Cresce nel mondo il numero di quelli che hanno fame. I senza cibo del Pianeta, stando ai dati Fao, sono 963 milioni, 40 in più dell'anno scorso e 115 milioni in più rispetto al biennio 2003-2005. E l'attuale crisi finanziaria potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. A lanciare l'allarme è l'ultimo rapporto sullo «Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo (Sofi)» , che riporta i dati del 2007, aggiornati dall'agenzia Onu agli ultimi mesi di quest'anno e riportati nella conferenza stampa di lancio del documento, a testimoniare come la piaga della fame proceda inarrestabile e a ritmi sostenuti.
LE CAUSE - Alla base del «drammatico quanto rapido» aumento del numero di affamati cronici nei Paesi del sud del mondo c'è l'impennata dei prezzi delle materie prime agricole, che ha fatto precipitare nell'insicurezza alimentare milioni di poveri e ridotto drasticamente la quantità e qualità del cibo a loro disposizione. «I prezzi dei principali cereali - si legge nel rapporto - sono calati di oltre il 50%o rispetto al picco raggiunto agli inizi del 2008 ma rimangono più alti del 20% rispetto all'ottobre 2006». «Bambini, donne in gravidanza e in allattamento sono molto a rischio - ha detto il direttore generale della Fao, Jaques Diouf - i disordini civili che si sono già verificati nei Paesi in via di sviluppo sono il segnale della disperazione causata dall'aumento dei prezzi alimentari. Gli effetti della crisi saranno più devastanti tra i poveri delle aree urbane e le donne-capo famiglia». La peggiore situazione si registra nell'Africa sub-sahariana, dove una persona su tre, vale a dire circa 236 milioni, soffre cronicamente la fame.
GLI SCENARI - Secondo gli esperti Fao, comunque, l'alto prezzo delle derrate può diventare un'opportunità di sviluppo ed essere la chiave di volta per uscire dall'impasse e scongiurare l'ulteriore crescita di povertà prevista dagli economisti. Nel lungo periodo, infatti, l'aumento del costo del cibo può rappresentare un'occasione di sviluppo per i milioni di piccoli agricoltori poveri, può favorire l'espansione dei mercati regionali, creare nuovi posti di lavoro e rilanciare in modo sostenibile l'agricoltura del sud. Da qui, la duplice strategia, coerente e coordinata, su cui governi, Paesi donatori, Nazioni Unite, ong, società civile e settore privato devono «immediatamente» convogliare gli sforzi: da una parte rafforzare il settore agricolo e aiutare i piccoli produttori ad aumentare la produttività fornendo sementi, fertilizzanti e mangimi per animali, oltre a macchine agricole, infrastrutture e servizi essenziali. Dall'altra, avviare programmi di sicurezza e protezione sociale per le categorie più vulnerabili, così da garantire ai più poveri l'accesso al cibo. Solo così la battaglia per raggiungere entro il 2015 gli Obiettivi del Millennio non sarà stata vana.
(reuters)

 
 
 
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