Gesù Mio Re

GREGORIO


Oggi, nella citta' di Davide, e' nato per voi un Salvatore, che e' il Cristo, il Signore. (Luca 2:11) 
 In un piccolo villaggio viveva un vecchio calzolaio. Da tanti anni aggiustava le scarpe degli abitanti del paese. Egli lavorava sei giorni la settimana ma il settimo giorno chiudeva la sua piccola bottega ed andava nella chiesa sulla collina per pregare e ringraziare Dio. La domenica era per lui il giorno prediletto e il Signore il suo più caro amico... La moglie era morta e i suoi figli vivevano lontano con le loro famiglie. Purtroppo egli non poteva più lavorare come una volta, guadagnava di meno perciò spesso non poteva più comprare i viveri e persino la legna da ardere durante l’inverno. Era arrivato il Natale e la neve aveva coperto la strada ed i tetti delle case. Il pallido sole illuminava le finestre della chiesa sulla collina, facendole risplendere. Gli abitanti del paese si avviavano gioiosamente verso la chiesa. Soltanto il vecchio ciabattino, di nome Gregorio, quell'anno, rimaneva in casa e guardava dalla finestra la gente che passava frettolosamente. Alcune persone si fermavano per salutarlo: «Tu non vieni Gregorio?» Ma il vecchio scuoteva il capo con tristezza: «Non posso salire lassù, sono bloccato dai reumatismi». L'anziano rimaneva seduto ascoltando le campane della chiesa, mentre tendeva l'orecchio per udire i canti. Il suo decadimento fisico lo faceva sentire ancora più debole e vecchio. Gregorio si addormentò e in sogno gli apparve un angelo. La stanza si era illuminata ed era diventata calda: «Quali sono i tuoi desideri Gregorio?» Gli chiese l’angelo. IL calzolaio rispose «Ho un solo desiderio, visto che per il giorno di Natale non posso andare in chiesa, mi piacerebbe che Gesù venisse a trovarmi». L’angelo rispose:« Il tuo desiderio sarà esaudito». All’improvviso l’angelo scomparve. Il giorno di Natale il vecchio si svegliò presto, faceva tanto freddo si ricordò del sogno che aveva fatto durante la notte e con fiducia iniziò a preparare la casa per poter accogliere degnamente Gesù. Con tanta fatica pulì il pavimento, imbandì la tavola e riempì la stufa di legna da ardere. Decise di non accendere il fuoco e di non mangiare finché non fosse arrivato l’ospite d’onore. Nell’attesa si avvicinò alla finestra, aveva il presentimento che qualcuno stesse per arrivare. Il suo cuore batteva forte, ma vide che era soltanto un piccolo fanciullo, figlio di un uomo cieco. Gregorio pensò: «Purtroppo questo non è Gesù! » Mente il bimbo piangeva, il calzolaio aprì la finestra e gli chiese: «Perché piangi fanciullo?» Egli rispose: «Sento freddo ai piedi signor calzolaio, sto congelando» Allora il vecchio replicò: «Perché dunque cammini scalzo sulla neve?» Il bambino rispose: « Io devo portare la legna perché la mia famiglia deve scaldarsi, e non ho più le mie vecchie scarpe perché erano rotte e non mi stavano più». Il vecchio lo invitò ad entrare dicendogli: «Vieni dentro fanciullo, ti prendo la misura dei piedi, oggi sto aspettando un ospite, ma domani ti farò le scarpe. Soldi non portarne perché questo sarà il tuo regalo di Natale.» Il fanciullo dalla gioia corse sulla neve, dimenticandosi del freddo. Il sole era già alto in cielo, ma l’ospite non arrivava. Gregorio sentì dei passi. Osservò attentamente, e vide che era la vedova della casa vicina con un cestino in mano. La donna andava a chiedere cibo ai passanti. Quando giunse davanti alla casa di Gregorio, egli si ricordò che aveva le scarpe della donna già pronte. Perciò le disse: «Perché non viene a prendere le sue scarpe?» Ella rispose: «non posso pagare, a casa ho sei bambini da sfamare, se potete, vendetele pure a qualcun altro». Gregorio osservò tristemente che la donna aveva le scarpe rotte perciò le disse: «prendetele lo stesso, i soldi usateli pure per i vostri bambini, questo è il vostro regalo di Natale, e che il Signore benedica la vostra famiglia». La donna commossa baciò la mano del calzolaio, ringraziandolo per la sua bontà e ritornò a casa felice, per aver ricevuto del cibo, così anche i suoi bambini avrebbero trascorso un felice Natale. Arrivò la sera con il suo tramonto e il calzolaio pensò: «Ormai Egli non verrà più … Dopo poco tempo il calzolaio vide passare un viandante affaticato, Gregorio gli chiese: «dove vai?». L'uomo rispose: «vado da mio figlio, che abita nel villaggio vicino che dista da qua 7 chilometri, ma io sono stanco, posso entrare da te?». Il ciabattino lo invitò dicendogli: «Vieni, entra pure, ne sarò molto lieto» L'uomo si accomodò vicino alla stufa fredda :«Io volentieri accenderei il fuoco», disse il calzolaio «ma aspetto un ospite». Il viandante rispose: «Non fa niente in casa si sta meglio che fuori!». Gregorio si affacciò per un’ultima volta alla finestra, e pensò: «Egli non verrà più, il sogno mi ha ingannato ora accenderò il fuoco e darò da mangiare a questo passante». Presto l’ospite poté mangiare e riscaldarsi: «Gregorio ti ringrazio per la tua ospitalità, sei uno dei pochi che mi ha accolto così bene». Il calzolaio si coricò, ma sul cuore aveva un peso: «Perché non sei venuto Signore? Ti ho aspettato tutto il giorno». A queste parole la stanza s’illuminò e il calzolaio sentì una voce: «Io sono venuto oggi, e tu mi hai ospitato meglio di tutti». Gregorio sentì un canto salire in cielo: «Io ero il fanciullo con i piedi gelati, io ero la vedova che chiedeva cibo per la strada, io ero il passante infreddolito e affamato». Leggendo il Vangelo, di Matteo 25: 31-45 veniamo a sapere che il miglior modo per servire Gesù é amarlo servendo il prossimo. Perciò tutto ciò che facciamo nel suo nome è considerato fatto per Lui ... Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi" Matteo 25:35-36Trovata in giro per il web