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IL BUGIARDO


Diciamocelo: tutti abbiamo raccontato qualche piccola o grande bugia nel corso della nostra vita, per sfuggire a una verifica a scuola o per non volerci assumere la colpa di un nostro errore, o, perché no, a volte, anche per “quieto vivere”. Abbiamo, però, sicuramente conosciuto anche persone che hanno fatto della menzogna una sorta di stile di vita. È il caso di quelli che vengono definiti, appunto, “bugiardi compulsivi” e “bugiardi patologici”, facenti parte di quella che viene chiamata Sindrome di Pinocchio, ispirata alla nota fiaba di Collodi.La “ leggerezza sostenibile” del Bugiardo CompulsivoIl bugiardo compulsivo non mente per raggiungere un fine specifico, ma semplicemente per abitudine e, soprattutto, perché mentire lo fa stare meglio rispetto a quando racconta la verità. Essere sinceri per queste persone diventa un’impresa veramente difficile, così finiscono per mentire su qualsiasi cosa. La bugia diventa, quindi, una risposta automatica ed irrefrenabile, compulsiva appunto. Questo tipo di bugiardo, però, non è manipolativo, o almeno non apertamente. La “insostenibile leggerezza” del Bugiardo PatologicoIl vero problema è che il bugiardo patologico può risultare, però, spregiudicato e anche affascinante, e fa male, davvero molto male, a chi gli vive accanto. La sua intera esistenza ruota attorno a delle bugie finalizzate unicamente a costruirsi un mondo irreale in cui figurare sia re sia vittima di situazioni emotivamente intense. E non importa se anche le sue menzogne venissero smascherate, perché, in quel caso, negherebbe tranquillamente senza alcun pudore anche l’evidenza più ovvia. Ma non si tratta di una mera facciata, perché il bugiardo patologico non sa cosa sia la vergogna, perché non la prova mai, piuttosto che sentirsela addosso sarebbe capace di far di tutto per far sentire l’altro in torto, e solo attraverso la sua capacità manipolativa.