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Diciamocelo: tutti abbiamo raccontato qualche piccola o grande bugia nel corso della nostra vita, per sfuggire a una verifica a scuola o per non volerci assumere la colpa di un nostro errore, o, perché no, a volte, anche per “quieto vivere”. Abbiamo, però, sicuramente conosciuto anche persone che hanno fatto della menzogna una sorta di stile di vita. È il caso di quelli che vengono definiti, appunto, “bugiardi compulsivi” e “bugiardi patologici”, facenti parte di quella che viene chiamata Sindrome di Pinocchio, ispirata alla nota fiaba di Collodi. La “ leggerezza sostenibile” del Bugiardo Compulsivo Il bugiardo compulsivo non mente per raggiungere un fine specifico, ma semplicemente per abitudine e, soprattutto, perché mentire lo fa stare meglio rispetto a quando racconta la verità. Essere sinceri per queste persone diventa un’impresa veramente difficile, così finiscono per mentire su qualsiasi cosa. La bugia diventa, quindi, una risposta automatica ed irrefrenabile, compulsiva appunto. Questo tipo di bugiardo, però, non è manipolativo, o almeno non apertamente.
La “insostenibile leggerezza” del Bugiardo Patologico Il vero problema è che il bugiardo patologico può risultare, però, spregiudicato e anche affascinante, e fa male, davvero molto male, a chi gli vive accanto. La sua intera esistenza ruota attorno a delle bugie finalizzate unicamente a costruirsi un mondo irreale in cui figurare sia re sia vittima di situazioni emotivamente intense. E non importa se anche le sue menzogne venissero smascherate, perché, in quel caso, negherebbe tranquillamente senza alcun pudore anche l’evidenza più ovvia. Ma non si tratta di una mera facciata, perché il bugiardo patologico non sa cosa sia la vergogna, perché non la prova mai, piuttosto che sentirsela addosso sarebbe capace di far di tutto per far sentire l’altro in torto, e solo attraverso la sua capacità manipolativa. |
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LA PIAZZA....
Sarà un cielo chiaro.
S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane –
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu – ferma e chiara
Cesare Pavese
29/07/2009
" La libertà assoluta non esiste:
esiste piuttosto la libertà di fare una scelta e,
da quel momento,
sentirsi impegnati nei confronti di quella decisione”.
Paulo Coelho
20/07/2009
Questo è il regalo della mia amica Giusy per il mio compleanno!
Un amico lontano
è a volte più vicino
di qualcuno a portata di mano.
E' vero o no ....
che la montagna ispira più reverenza
e appare più chiara al viandante della valle
che non all'abitante delle sue pendici ?
~ Kahlil Gibran
Grazie Giusy!
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8 MARZO 2009
L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro
Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.
L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata
Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso.