CENTOBIMBI

EDUCAZIONE ALIMENTARE


Sabato 8 novembre si è tenuto presso le Scuole Pascoli di Cento un seminario di educazione alimentare a cura della Commissione Mensa dal titolo ‘Nati per comprare? Sì…ma…’.Gli interventi principali sono stati i seguenti: -‘Conoscere, selezionare, scegliere.. acquistare’ presentato da Alessandra Ridolfi dell’Associazione Consumatori Utenti di Ferrara che ci ha parlato di come scegliere i prodotti valutandoli, non attraverso l’immagine che ci fornisce la pubblicità, ma attraverso fattori quali la sua provenienza, la stagionalità, la sua composizione, con un occhio all’etica e all’ecologia;-‘Colori, suoni, profumi della …pubblicità’ di Elisa Merighi, pedagogista, che ha parlato delle varie tecniche che la pubblicità mette in campo per colpire la nostra attenzione: l’approccio pratico che ha utilizzato Elisa (proiettare gli spot più significativi, anche di anni passati per capire l’evoluzione della pubblicità e dei costumi) ha permesso, non solo di analizzare l’argomento con occhio critico, ma anche di mantenere un altissimo livello di attenzione tra il pubblico.Pubblichiamo un articolo che  Elisa Merighi ci ha gentilmente fornito, corredato da una ricca fonte bibliografica per chi volesse approfondire l’argomento. CONVEGNO ‘NATI PER COMPRARE?...SI’…MA…’8 novembre 2008 presso Scuole Pascoli Cento – 1’ circolo didatticoAmm.ne Prov.le Ferrara Assessorato Agricoltura Con il Coordinamento didattico – metodologico di ‘DINAMICA’ S.C.A.R.L.(Alcuni passaggi dell’intervento della Dott.ssa Elisa Merighi)“COLORI, SUONI, PROFUMI DELLA … PUBBLICITA’”L’immagine seduce, persuade, convince … molto più e molto prima della comunicazione verbale o testuale: le immagini sono il mezzo più immediato ed efficace per fornire informazioni di qualsiasi tipo e contenuto.L’immagine è il linguaggio della pubblicità: spesso il prodotto pubblicizzato non viene neppure mostrato, ma descritto attraverso una serie di immagini, con lo scopo di ‘colpire’ l’immaginario, di risvegliare sentimenti ed emozioni, di accendere dei desideri, di creare identificazioni.Le immagini sono portatrici di significati e modelli che possono entrare in competizione con quelli dei genitori.La pubblicità di certi alimenti, merendine, bibite viene abbinata ad immagini di famiglie felici, giocose, a gruppi di amici che si divertono, a ‘papà’ che collaborano in casa… al punto che la realtà (le caratteristiche del prodotto) viene sostituita dalla rappresentazione ‘realistica’ di un sogno, di un bisogno, di un desiderio (e chi non vorrebbe l’armonia in famiglia o essere accettato dal gruppo degli amici o avere un papà che gioca e scherza con i figli?). le immagini rendono visibile ciò che spesso non lo è, danno voce a desideri a volte inconsci, dicono quello che vorremmo sentirci dire…e quindi emozionano, seducono, convincono.Nella maggior parte degli spot viene mostrato un quadretto familiare che tutti vorrebbero: tutti al mattino, appena svegli, sono gioiosi, giocosi, scherzosi, allegri grazie ai biscotti della colazione o mentre contano i pezzetti di cioccolato di una brioche Ferrero. Anche a pranzo o a cena, l’atmosfera è serena mentre si mangiano i sofficini (addirittura in uno spot di qualche mese fa la ‘mozzarella dei sofficini’ ha unito in una nuova famiglia i figli della mamma con i figli del futuro nuovo marito della mamma).Paolo Landi nel libro ‘Volevo dirti che è lei che guarda te. La televisione spiegata a un bambino’ (ed. Bompiani 2006) sintetizza questo concetto dell’immedesimazione con i personaggi degli spot:“i biscotti che hai mangiato stamani sono proprio gli stessi che stanno inzuppando quei bambini biondi seduti con i loro genitori e il nonno a una tavola apparecchiata in giardino, in una bellissima mattina di sole. Sì, d’accordo, tu fai colazione d solo, mentre la mamma si prepara in fretta e furia e il tavolo è quello di cucina con, a volte, i piatti sporchi della cena, ma i biscotti sono proprio uguali.”Negli spot, il potere della parola è unito a quello dell’immagine. L’audio della radio sviluppa in chi ascolta una forma di attività immaginativa. La lettura, anche se fatta in solitudine, è creativa e stimola l’immaginazione in quanto possiamo elaborare le immagine che il racconto evoca. La televisione paralizza e blocca la creatività creando al posto nostro le immagini, privandoci della normale attività di elaborazione razionale e trasformandoci in ‘antenne’ che captano informazioni, che poi si ‘depositano’ dentro di noi. Non siamo noi a decidere dove e come immagazzinare quell’informazione che, in certi momenti di vita, ci farà ‘reagire’ istintivamente o passionalmente, mai razionalmente, che farà scattare quel ‘lo voglio’ e ci farà acquistare quel prodotto a cui inconsciamente abbiamo ‘agganciato’ la soddisfazione di un desiderio o di un bisogno. Se un bambino guardasse per due ore al giorno Italia 1 nella fascia oraria compresa tra le 15 e le 18, durante la quale è trasmessa una programmazione specificatamente destinata all'infanzia, quel bambino rischierebbe di vedere in un anno 31.500 spot pubblicitari, di cui 5.500 spot di pubblicità di snack dolci e salati, bibite, biscotti e gelatiLa capacità dei bambini piccoli di resistere alla persuasione è limitata: a quell’età, la TV non informa, ma invade i pensieri ed i bambini non hanno sufficiente capacità critica per prendere distanza dai messaggi che passano sullo schermo, studiati abilmente per catturare gli occhi e soddisfare o far nascere bisognicontinua...