Una mela

L'uomo senza volto.


Qualche giorno fa ho letto sul Secolo XIX questa storia, ormai conclusa , accaduta qua a Genova.   Marco Berardinelli  non aveva mai accettato  la sua malattia , un tumore gli aveva deturpato il volto e per l’aspetto che ne derivava veniva evitato dai più.era un uomo di sessantaquattro anni barbone per scelta , aveva trovato un rifugio notturno nella stazione ferroviaria di Sampierdarena  (dove molto discretamente dormiva la notte nella sala d’aspetto)  Cosi’ la mattina  del 13 marzo ha chiesto agli amici  ferrovieri di chiamargli un’ambulanza, si è arreso perché sentiva di essere alla fine  e alla sera ha ceduto al male che lo stava divorando.Nel suo vagare aveva scritto tante poesie, a mano, su foglietti volanti, pare che siano andati persi o dimenticati, addirittura rubati lungo il suo cammino. E’ rimasta solo questa, sembra  il suo commiato al mondo che lo aveva messo in un angolo, per non pensare, per non interrogarsi….Ciao Marco, se ti avessi conosciuto avrei fatto come tanti forse, ora mi hai dato l’occasione per riflettere, grazie.RequiemQuando le mie membraGiaceranno senza vitaE l’ombra della morteAvrà serrate le mie palpebreQuando i miei capelli si sompiglierannoAllo spirare de’ventiLe tue parole mi frantumerannoCome cocci di mattoneE  il silenzio del tempo scandirà l’infinito.