Una mela

24 maggio 1915


 L'Italia dichiara guerra all'Austria-UngheriaL'Italia presenta la dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria per mezzo del suo ambasciatore a Vienna, Giuseppe Avarna. Con questo atto, il governo italiano dà il primo concreto seguito agli accordi contratti coi nuovi alleati nel Memorandum sottoscritto a Londra il 26 aprile. Il governo però, nella sua seduta del 22 maggio, ha dato disposizioni soltanto per quanto riguarda le ostilità contro l'Austria-Ungheria, omettendo completamente di manifestare alcuna intenzione verso la Turchia e la Germania, con quest'ultima che invece è il nemico principale dell'Intesa.Il 24 maggio del 1915 comincia quella che può essere considerata a tutti gli effetti come la prima, grande esperienza collettiva degli italiani: esperienza collettiva nel senso che tutti, non solo gli uomini in età militare e quindi i combattenti, ne furono in qualche modo coinvolti .                                                           (dal web)Un pensiero ai tanti giovani di allora, che credevano in ideali importanti come l'amore per la patria e la difesa della libertà . Che il sacrificio delle loro vite rimanga sempre vivo in noi e in chi viene dopo di noi.Quando eravamo ragazzi la cantavamo a scuola, non capivamo molto vista l'età il senso di questo canto, che ci si è rivelato nel corso della vita. Bene hanno fatto i nostri insegnati a proporcelo.LA  LEGGENDA DEL PIAVE Il Piave  mormoravacalmo e placido al passaggiodei primi fanti il 24 maggio:l’esercito marciava per raggiunger la frontierae far contro il nemico  una barriera....Muti passaron quella notte i fantitacere bisognava e andare avanti!S’udiva intanto dalle amate sponde,sommesso e lieve il tripudiar  dell’ondeEra un presagio  dolce e lusinghiero il Piave mormorò:"Non passa lo straniero!"Ma in una notte trista si parlò di un fosco evento e il Piave udiva l’ira e lo sgomento Ahi quanta gente ha vistavenir giù lasciare il tettopoi che il nemico irruppe a Caporetto Profughi ovunque! Dai lontani montivenivano a gremir tutti i suoi ponti S’udiva allor dalle violate spondesommesso e triste il mormorio de l’onde:come un singhiozzo in quell’autunno neroIl Piave mormorò :"Ritorna lo straniero!"E ritornò il nemicoper l’orgoglio e per la fame:volea sfogare tutte le sue brame vedeva il piano aprico di lassù voleva ancorasfamarsi e tripudiare  come allora"No" disse il Piave "No" dissero i fanti"Mai più il nemico faccia un passo avanti!"Si vide il Piave rigonfiar le sponde!E come i fanti combattevan l’ondeRosso del sangue del nemico altero Il Piave comandò:"Indietro va straniero!"Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trentoe la Vittoria sciolse le ali al ventoFu sacro il patto antico: tra le schiere furon vistirisorgere Oberdan, Sauro, Battisti L’onta cruenta e il secolare erroreinfranse alfin l’italico valore Sicure l’Alpi libere le spondeE tacque il Piave: si placaron l’ondeSul patrio suolo, vinti i torvi imperi la pace non trovòné oppressi né stranieri