C'era una volta...

Lo specchio


Nel mondo occidentale lo specchio è sempre stato un simbolo ricorrente ed importante:   interlocutore del folle e del saggio, presenza attraente e inquietante, porta aperta sull'aldilà, oscuro vate del futuro, rivelatore di segreti ignoti anche a chi ci si specchia.
In Biancaneve  la matrigna guardando nello specchio non interroga il proprio riflesso, poiché non lo scorge. Interroga piuttosto un’immagine autonoma. Che è in grado, in quanto riflesso, di “rispondere” alla vanità di colei che lo interpella: E questa misteriosa entità che abita lo specchio diventa "specchio" esso stesso. E non può sottrarsi al rivelare la verità, non sarebbe altrimenti più uno "specchio" fedele del vero. La verità rivelata, in questo caso, non dipende semplicemente dalle proprietà riflettenti dello specchio, ma da una serie di elementi esterni ed estranei alla scena riflessa: la superficie riflettente diviene un occhio dalle potenzialità magiche, capace di svelare più di quanto le sue potenzialità non lascerebbero sperare. Vi è un altro elemento rilevante: lo specchio non si limita a mostrare un'immagine, quasi fosse una sfera magica stregonesca, ma esprime a parole il significato di quello che riflette. Avviene quindi un  vero e proprio dialogo tra la fonte delle informazioni e chi lo interpella: lo specchio e la regina. Abbiamo, quindi, tre protagonisti diversi: lo specchio, un riflesso impossibile (perché alla regina non appare se stessa, ma un'ombra immateriale che è la personalità stessa dello specchio) e infine lei, la matrigna. Vi è,quindi, un personaggio in più, che non è colei che si pone di fronte allo specchio e non è lo specchio stesso.E' questa l'essenza del mistero connesso allo specchio come simbolo di una realtà parallela, che spesso nelle fiabe parla attraverso oggetti di uso comune. Ma che tende a dare corpo alle paure e alle percezioni dell'impossibile che attraversano la mente dell'uomo, di fronte a fatti che all'io interiore e irrazionale, continuano a sembrare impossibili.