C'era una volta...

Dritto e rovescio


ovvero una riflessione sul riflesso di Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò (Through the Looking-Glass, and What Alice Found There).Fra tante riflessioni (per l'appunto!) che si possono fare sul fantastico mondo di Lewis Carroll, in merito allo specchio, merita segnalare la complessità del mondo parallelo che sta al di là dello specchio.Alice entra in un'anticamera del mondo sconosciuto che è costituita da un riflesso della stanza del mondo reale da cui Alice comincia la sua avventura. Quindi tutto ciò che le è familiare c'è anche al di là dello specchio, ma rovesciato.Quel mondo poi si svilupperà anche oltre la prima stanza, e Alice scoprirà che ha una vita a sé: è il mondo degli scacchi (così come il Paese delle Meraviglie era stato il mondo delle Carte).Ma è anche un altro mondo dell'assurdo (come già Wonderland), ma di un assurdo che vive proprio del rovescio e del dritto.Alice infatti non è "rovesciata", non è il riflesso di se stessa, ma resta uguale al mondo dell' -al di qua- .Quando legge dal libro la poesia Jabberwocky deve rifletterla in uno specchio per capirla. Al contrario, un’Alice rivoltata in un mondo rivoltato avrebbe letto tranquillamente quello che invece vede a rovescio.
Così tutti i non-sense (pur considerato le loro radici nella tradizione culturale inglese) possono essere letti anche come una grande quadro di contenimento dell'impossibilità di Alice di rapportarsi ad un mondo che è il rovescio del dritto. La realtà che si vive e quella che si vede nello specchio sono tra loro incomunicabili.La spiegazione di questa realtà rovesciata è praticamente impossibile e, come accade ad Alice, si può solo esser presi per pazzi cercando di essere logici.Infatti tutte le volte che la bambina cerca di rispondere alla Regina Rossa e alla Regina Bianca, queste la accusano di voler negare qualcosa e attribuiscono ciò alla sua condizione mentale. In fondo rimanere nel non-sense è l'unica soluzione per Alice e forse, sottintende, Carroll, per tutta la condizione umana. La ricerca del senso della vita è un’impresa impossibile. Il che non rende, però, necessariamente disperata l’esistenza. Insegna infatti il Re di Cuori: “se un senso non c’è, questo ci evita un sacco di guai, perchè non dobbiamo cercare di trovarlo”`If there's no meaning in it,' said the King, `that saves a world of trouble, you know, as we needn't try to find any".