C'era una volta...

Ibridi, natura e saggezza


Gli ibridi col mondo vegaetale sono un numero minimo rispetto agli ibridi animali, nella mitologia e nel genere fiabesco.Più spesso sono trasformazioni salvifiche, mutazioni che gli déi accordano per salvarli ad alcuni mortali in pericolo.Così Dafne si tramuta in alloro per sfuggire alle mire sessuali di Apollo.
Si può pensare che la mutazione vegetale sia meno ricorrente perché sembra portare ad un essere inanimato, raramente portatore di significati ulteriori, una trasformazione definitiva, nella quale l'anima umana resta imprigionata invece di recuperare valori nascosti all'umanità come avviene nel caso dell'ibrido animale.Una eccezione è quella del personaggio di Barbalbero nell'epopea del Signore degli Anelli di Tolkien, definito l'essere più antico della Terra Mezzo, il pastore di alberi. Barbalbero (o Fangorn) e portatore di valori di saggezza, allontamento dalla approssimazione e superficialità della vita che vede scorrere intorno a lui, consapevole di un modo di vivere il tempo diverso. Lento.Ma anche triste, perché appartenente inesorabilmente ad un mondo che non c'è più, ad una razza, gli Ent, cui è stata negata la possibilità di amore e di continuità, con l'allontanamento delle Entesse, la loro metà femminile.
“sembrava vi fosse dietro le pupille un enorme pozzo, pieno di secoli di ricordi e di lunghe, lente, costanti meditazioni; ma in superficie sfavillava il presente, come sole scintillante sulle foglie esterne di un immenso albero, o sulle creste delle onde di un profondo lago”.J.R.R.TOLKIEN