C'era una volta...

Donne che amano troppo: la Sirenetta


Quante sono nelle fiabe le donne che si trasformano, si mutilano, negano il proprio essere per amore?E quante volte questo amore non è ricambiato, il sacrificio non apprezzato, anzi, talvolta vissuto con scherno, disprezzo, indifferenza?La Sirenetta mutila la sua coda tramutandola in gambe e rinuncia alla voce per amore di un pricipe anonimo e insulso che ha il solo merito di somigliare ad un relitto di statua ritrovato in mare su cui lei aveva sognato da bambina. Per ottenere questo si reca dalla strega dei mari:"- So quello che desideri, - sogghignò la donna spaventosa, - sei molto audace! Voglio esaudirti, ma come contropartita, dovrai fare grandi sacrifici: in cambio delle gambe, voglio la tua voce, resterai per sempre muta... non ridiventerai mai più una sirena e se non saprai guadagnarti l'amore dell'uomo che ti ha ammaliata, se egli amerà un'altra donna, morrai... Poi aggiunse con un' aria terribile: ad ogni passo, avrai dolori, i tuoi piedi sanguineranno ma tu dovrai sorridere, nascondere il tuo tormento... Sei ancora decisa?- La mia decisione è irremovibile. Voglio realizzarla a qualunque costo!Nauseata, inghiottì la bevanda dall'odore fetido che la strega le diede. Con atroci sofferenze, la coda di pesce si trasformò in due gambe affusolate. La piccola sirena non riuscì a trattenere un grido di' dolore. Ad ogni passo gli occhi le si riempivano di lacrime; faticosamente si diresse verso la spiaggia. Le sue nuove gambe erano più un intralcio che un aiuto e, esausta, svenne sulla sabbia. Quando si svegliò, il suo sguardo incrocio... quello del principe! Anche il principe veniva regolarmente sulla spiaggia: era alla ricerca di una ragazza che aveva conquistato il suo cuore, con uno sguardo che aveva incrociato il suo al risveglio dopo il naufragio... E così scoprì la sirenetta. Soggiogato dal suo fascino e dalla sua bellezza, la presentò ai suoi genitori, a corte e diventò la regina dei balli e dei ricevimenti dati in suo onore. La sirenetta soffriva atrocemente, ma sorrideva radiosa. Appena restava sola, furtivamente bagnava i piedi sanguinanti nel mare fresco e riposante. Una grande tristezza la tormentava notte e giorno: il principe l'amava, ma come una sorella, un'amica."Nella Sirenetta la fiaba ha un esito diverso da quello edulcorato del cartone animato di Walt Disney, un finale molto più vicino alla vita reale di cui vuol essere certo uno specchio e una sublimazione.La Sirenetta riceverà aiuto dalle sorelle, che, in una vera gara di solidarietà femminile, vendono alla strega le loro lunghe chiome alla strega per ottenere in cambio la vita di lei.Ma ad un'altra condizione: "prima dello spuntare del sole, il sangue del principe dovrà bagnare le tue gambe che si ritrasformeranno in una coda di pesce... sbrigati, stai morendo... - arrivavano queste parole dal mare...Spaventata, cercò di uccidere colui che amava ancora. I brividi la percorsero… la morte cominciava la sua opera." Vivere diventa possibile a patto di uccidere quell’amore inutile e sbagliato. Rinunciarvi definitivamente, dichiararlo morto, negarlo.Ma quante donne ne sono veramente capaci? Quante in realtà preferiscono vivere all’ombra di quella luce devastante che le ha bruciate, consumarsi nel ricordo pur di non negare se stesse e il sentimento cui (purtroppo e spesso, da sole) hanno dato corpo! E così è anche per la Sirenetta. La fiaba, specchio della vita, si conclude con la trasformazione della protagonista in spirito dell’aria, fantasma evanescente di quello in cui si era trasformata per amore:"Poi il suo corpo divenne leggero, aereo, e la sirenetta si ritrovò nel regno dell'aria dove le figlie del vento, per compassione l'avevano portata. Ormai, la piccola sirena infelice vivrà nel cielo eternamente perché lassù la morte non esiste."