C'era una volta...

SULLA FIABA - 5 -Max Luthi- La Fiaba come narrazione senza tempo e senza motivazioni


 "La fiaba rinuncia ad una struttura in profondità sia spaziale che temporale, sia spirituale che psichica. Con un tocco magico, ciò che si trova in un rapporto di interiorità-esteriorità od in una sequenza temporale-spaziale viene posto su un unico piano. Con un’ammirevole coerenza i contenuti delle più svariate categorie vengono proiettati su di un’unica, medesima superficie. I corpi e gli oggetti divengono figure, le qualità azioni, i rapporti tra i singoli esseri oggetti-dono esteriormente visibili.Gli uomini della fiaba trattano da pari a pari con gli esseri ultraterreni. Tranquillamente, senza lasciarsi impressionare, ricevono o rifiutano i loro doni, accettano il loro aiuto o lottano contro di essi, e proseguono per la loro strada. L'eroe della fiaba vede e sperimenta le cose più fantastiche senza il minimo moto dell'animo. La fiaba non motiva e non spiega nulla: rappresenta. I suoi personaggi non sanno in quali rapporti si trovino, ma si fanno portare da questi rapporti e arrivano alla meta. Le figure soprannaturali non si inseriscono in un chiaro e ben ordinato sistema; le vediamo solamente quando intervengono nell'azione, carpiamo quindi solo una breve parentesi del loro agire; questa però trova una sua collocazione logica nella struttura della vicenda."