C'era una volta...

SULLA FIABA -6-La fiaba come metodo terapeutico


«Le fiabe hanno molto da dirci su noi stessi: su come siamo e su come potremmo essere. Il semplice ascolto della fiaba, se lasciamo che le immagini agiscano su di noi, ha più che un effetto terapeutico. Ci accorgeremo che alcuni motivi ci toccano, ci colpiscono più di altri. Questi motivi sono indicatori di un nostro stato psicologico che non siamo in grado di cogliere in altro modo». (Verana Kast, Le fiabe che curano) Attraverso la fiaba abbiamo la possibilità di osservare dalla giusta distanza un nostro problema che in essa si esprime. Le fiabe innescano un processo evolutivo che racchiude in sé la speranza e la possibilità di superare le difficoltà. Incantesimi, sortilegi, maledizioni di streghe, divoramenti di orchi sono malattie della nostra anima, lacerazioni dello spirito, specchi segreti della nostra infelicità. Gli orchi da affrontare, le camice da indossare, le matasse da filare, le voragini da abitare, sono le infinite strade da percorrere della nostra vita. L’eroe o la fanciulla vengono colpiti da un sortilegio, tutto sembra perduto ed è allora invece che comincia la redenzione, la salvezza, la liberazione. "Ciò che caratterizza le fiabe, egli scrive, è il meraviglioso, il miracoloso, vale a dire l’accesso immediato al cambiamento nell’istante creativo, attraverso l’incontro diretto con le risposte cercate. Queste risposte le troviamo in una dimensione della realtà che ci è velata e che le fiabe ci invitano a raggiungere.Le fiabe mettono in scena tre funzioni: il Re, l’Eroe, la Fata. - Il re, guardiano del reame, veglia affinché tutto sia in ordine, affinché il potenziale del suo regno possa crescere e dare i suoi frutti. Non appena appare un disordine od una perdita pericolosa, egli lancia un segnale d’allarme. È la funzione di giudizio della nostra vita, che sa valutare le condizioni della nostra esistenza e chiedere il cambiamento. - Questa richiesta il re la trasmette all’Eroe (funzione attiva) affinché metta in opera i mezzi a sua disposizione per realizzarlo. Non vi è nulla di concreto, né di efficace che l’Eroe possa intraprendere se non cercare con tutto il suo cuore. - Infine è nell’infinito del suo cuore che la Fata interviene a portare soccorso. La Fata è la terza funzione, funzione di fecondità, dimensione fiabesca, infinito dei possibili che si trova ovunque.Il cambiamento non dipende dai nostri mezzi, né dai nostri sforzi, ma dalle nostre aspirazioni, e ciò che viviamo nell’istante creativo, quando improvvisamente l’ispirazione ci dà la visione della soluzione, che di solito arriva grazie ad un avvenimento insignificante(il messaggero velato della fecondità). Ci accorgeremo dunque che le fiabe non sono state inventate per addormentare i bambini ma che hanno un potente sapere iniziatici destinato a risvegliare l’uomo e a condurlo ad una migliore consapevolezza di sé.(J. P. Debailleul, Vivere la magia delle fiabe)