Il nome Teddy Bear deriva da un episodio accaduto al Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, soprannominato "Teddy", che come passatempo andava a caccia grossa. Nel 1902, durante una battuta di caccia all'orso lungo il fiume Mississippi, Roosevelt si rifiutò di sparare a un esemplare adulto di orso bruno della Louisiana. L'orso era stato braccato dai cani, ferito e legato a un albero dagli assistenti del presidente, pronto per essere ucciso. Roosevelt si indignò, dicendo che sparare a un orso in quelle condizioni non sarebbe stato sportivo ma ordinò che l'animale fosse ucciso per non farlo ulteriormente soffrire. La scelta di Roosevelt fu particolarmente apprezzata perché in quella battuta di caccia (come pare accadesse spesso al presidente) lui non riuscì poi ad abbattere nessun orso, tornandosene a casa senza alcun trofeo. La notizia giunse ai quotidiani, che soprannominarono l'orso "Teddy Bear". Il giorno successivo (il 16 novembre), il disegnatore satirico Clifford K. Berryman pubblicò sulla prima pagina del Washington Post una vignetta che mostrava Roosevelt nell'atto di volgere le spalle all'orsetto legato con un gesto di rifiuto. La didascalia "drawing the line in Mississippi" ("stabilire un confine sul Mississippi") metteva in relazione l'accaduto con una disputa territoriale in corso all'epoca fra Louisiana e lo stato del Mississippi.
3400 orsi... per una buona causa
Il nome Teddy Bear deriva da un episodio accaduto al Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, soprannominato "Teddy", che come passatempo andava a caccia grossa. Nel 1902, durante una battuta di caccia all'orso lungo il fiume Mississippi, Roosevelt si rifiutò di sparare a un esemplare adulto di orso bruno della Louisiana. L'orso era stato braccato dai cani, ferito e legato a un albero dagli assistenti del presidente, pronto per essere ucciso. Roosevelt si indignò, dicendo che sparare a un orso in quelle condizioni non sarebbe stato sportivo ma ordinò che l'animale fosse ucciso per non farlo ulteriormente soffrire. La scelta di Roosevelt fu particolarmente apprezzata perché in quella battuta di caccia (come pare accadesse spesso al presidente) lui non riuscì poi ad abbattere nessun orso, tornandosene a casa senza alcun trofeo. La notizia giunse ai quotidiani, che soprannominarono l'orso "Teddy Bear". Il giorno successivo (il 16 novembre), il disegnatore satirico Clifford K. Berryman pubblicò sulla prima pagina del Washington Post una vignetta che mostrava Roosevelt nell'atto di volgere le spalle all'orsetto legato con un gesto di rifiuto. La didascalia "drawing the line in Mississippi" ("stabilire un confine sul Mississippi") metteva in relazione l'accaduto con una disputa territoriale in corso all'epoca fra Louisiana e lo stato del Mississippi.